Il primario del Cotugno di Napoli spiega che i ricoveri sono calati ma che bisogna prestare attenzione ai non vaccinati e ai soggetti fragili.
I contagi sono calati al Cotugno di Napoli, anche se il primario della struttura ospedaliera partenopea, il dottor Roberto Parrella, direttore del Dipartimento di Malattie Infesttive e Urgenze Infettivologiche. Restii alla quarta dose i soggetti fragili e gli ultra ottantenni.
Come spiega il primario del Cotugno, il dottor Roberto Parrella, i casi di ricoveri per Covid sono diminuiti all’interno della struttura ospedaliera, anche se molti soggetti fragili e i soggetti di oltre 80 anni non hanno provveduto a sottoporsi alla quarta dose del vaccino.
In una intervista ad AdnKronos, infatti, il medico afferma che “I casi a cui stiamo assistendo non raggiungono certamente il numero delle scorse ondate, ma vediamo ancora che nei pazienti fragili o ancora non vaccinati la patologia si può trasformare in una situazione più seria“.
Il Cotugno è una delle strutture che ha lavorato, in prima linea, per fronteggiare l’emergenza sanitaria in una regione, come la Campania, dove i casi – in linea generica – stanno aumentando.
Anche se i positivi aumentano, sono pochi i casi in cui c’è necessità di spostare il paziente in terapia intensiva e anche i decessi non sono incrementati, come sottolinea il dottore, il quale esorta i pazienti fragili e gli ultra ottantenni ad ottenere la quarta dose per tutelare la propria salute, visto che – secondo gli epidemiologi – a metà luglio potrebbe essere registrato un picco dei contagi.
Il primario dell’ospedale napoletano dà alcuni consigli per proteggersi da un eventuale contagio: usare la mascherina e completare il ciclo vaccinale, optando per la quarta dose per i soggetti più cagionevoli e fragili, che è stata ignorata da questo gruppo di pazienti.
In questo modo, si tutela la propria salute e quella degli altri, evitando che le persone finiscano in terapia intensiva, sovraccaricando le strutture ospedaliere del territorio.
Una situazione che già sta diventando difficile visto che le richieste al pronto soccorso sono aumentate, insieme ai trasferimenti da altri ospedali.
Bisogna, dunque, “cercare di non bloccare i reparti e gli ospedali, in modo che chi ha un tampone positivo, possa essere opportunamente assistito lì dove è necessario.”
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