Il Covid muta costantemente e anche se l’emergenza sanitaria è ufficialmente finita, è in arrivo un vaccino monovalente in autunno.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato la fine dello stato di emergenza sanitaria, iniziata a gennaio del 2020, tuttavia raccomandano di rinnovare la protezione acquisita tramite i vaccini e proprio sul fronte della vaccinazioni arrivano delle novità. In autunno infatti sarà disponibile un vaccino monovalente che andrà a sostituire quelli progettati fino ad ora, con lo scopo di combattere diversi ceppi del virus, compreso quello originario che di fatto non circola più. Il prossimo farmaco combatterà il ceppo Xbb, quello diffuso ora e quello fra l’altro più dannoso. Cala la fiducia nei confronti di un nuovo ciclo vaccinale ma gli esperti consigliano di rispondere in tanti alla campagna vaccinale che partirà fra qualche mese e sebbene come sempre in primis si pensa ad anziani e immunodepressi, la raccomandazione è per tutti.
Nuovo vaccino monovalente anti-Covid
I medici e i ricercatori volevano portare il Covid a una patologia comune e di cui non si deve avere paura, al pari di una semplice influenza per intenderci. In effetti quasi tutti i sintomi sono gli stessi ma è chiaro che un nuovo virus fa paura, specialmente se si presenta portando dietro a se numeri sempre in aumento di vittime.
È stata una vera e propria corsa contro il tempo per creare un farmaco che potesse debellarlo, tanto che tanti scettici non hanno aderito alla campagna vaccinale con cui le grandi multinazionali del settore mettevano a disposizione delle persone un vaccino sperimentato in pochi mesi. La paura era quella di ritorsioni per il nostro organismo ed effetti collaterali pesanti, la stessa c’è anche oggi alla notizia di un nuovo vaccino monovalente che andrà a sostituire quelli conosciuti finora.
I farmaci odierni e i prodotti terapeutici contro il Covid sono infatti studiati per rispondere a due ceppi diversi, ovvero quello originario che ha dato inizio alla pandemia e il più recente, l’Xbb.
Di fatto il primo non costituisce più una minaccia perché non è più in circolazione da tempo. Fra tanti punti di domanda abbiamo capito una cosa di questo virus: muta e lo fa costantemente. Questo lo esonera da studi statistici e da stime. Insieme a lui mutano anche i farmaci per combatterlo e in particolare, il vaccino che verrà introdotto dopo l’estate è stato pensato per proteggere dalla variante più diffusa al momento, appunto la Xbb.
In un’intervista Marco Cavaleri, responsabile Ema per i farmaci contro il Covid, ha parlato di questa novità in campo medico.
“raccomanderemo alle aziende farmaceutiche di produrre vaccini contro la variante xbb. consigliamo alle fasce ad alto rischio di aderire ma l’invito è esteso a tutta la popolazione”.
L’Ema pubblicherà a breve le linee guida per adattare i vaccini esistenti alla prossima campagna vaccinale, indirizzando al meglio le aziende su come produrre vaccini mirati a sconfiggere il ceppo che al momento sembra predominante ed è molto pericoloso perché diverso da quelli precedenti. Ad esempio il ceppo Wuhan è già stato incontrato varie volte in passato, sia con la vaccinazione che con l’infezione naturale, per questo non serve vaccinarsi ulteriormente, bisogna invece seguire l’andamento del virus e creare mano mano un farmaco che risponda ad ogni mutamento.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità è d’accordo con questo modus operandi. Quanto ai tempi, si pensa che entro i mesi autunnali le aziende possano essere in grado di sviluppare il vaccino in una quantità tale da assicurare dosi per tutti i richiedenti. Si partirà come di consueto dai soggetti più a rischio, quindi anziani e immunodepressi.
Rispetto all’immunizzazione raggiunta a livello europeo, Cavaleri ha detto:
“le campagne vaccinali non sono state di grande successo come speravamo, speriamo che nella prossima lecose migliorino”.
Poi conclude l’intervista ammettendo che nonostante gli studi e gli strumenti a disposizione, è molto difficile prevedere l’andamento dal virus e se oggi non desta particolare preoccupazione, non sappiamo quali saranno le sue prossime mosse, per questo è bene sempre stare in allerta e prepararsi nel migliore modo possibile.
Preoccupazione per il ceppo Xbb
In realtà un po’ di preoccupazione c’è perché il ceppo Xbb si sta facendo aggressivo. Si tratta dell’ultima variante e quella più diffusa, tanto appunto da far nascere un vaccino appositamente dedicato.
Come per il ceppo originario, anche questo si è diffuso a partire dalla Cina e proprio da Pechino sono arrivate le stime peggiori. Gli esperti locali infatti parlano di un picco di 65milioni di casi a settimana, per fine giugno.
Come abbiamo detto in precedenza però, ogni tentativo di calcolo su questa patologia si è rivelato fallimentare perché è un patogeno così mutevole che è impossibile capire l’andamento. Secondo Massimo Ciccozzi del Campus Biomedico di Roma, la previsione è un po’ forzata. Dello stesso parere anche Pregliasco, che ha parlato della Xbb come una variante che per le sue caratteristiche di trasmissibilità e immunoevasione potrebbe far registrare dei rialzi anche in Italia ma senza un impatto importante in termini di gravità dei casi.
Il massimo esperto cinese in malattie respiratorie, Zhong Nanshan, ha riferito che si stanno studiando nuovi vaccini contro la variante Xbb, che si suddivide in due sottovarianti molto aggressive conosciute come Kraken e Arturo.
Si tratta dei ceppi più immunoelusivi della famiglia Omicron, nonché i più facilmente trasmissibili. I sintomi tuttavia non cambiano, abbiamo quindi mal di gola, congestione nasale, tosse, dolori muscolari e articolari, soprattutto forte mal di testa, condizione che interessa a lungo termine tutti coloro che hanno contratto il Covid almeno una volta. Da uno studio sulla sindrome clinica che è stata definita come Long Covid infatti, è emerso che chi ha contratto il virus vede la persistenza o l’insorgenza dei sintomi legati all’infezione, anche dopo diversi mesi.
Nel caso della variante Arturo abbiamo anche condizioni più gravi come vomito, nausea, congiuntivite e diarrea. Ma mano che le varianti continuano la loro diffusione, alcuni sintomi come la perdita temporanea di gusto e olfatto, sono diventati invece meno comuni mentre all’inizio erano quasi il segno che contraddistingueva il Covid dalle altre patologie.
Il virus ha cambiato totalmente la nostra vita e ci ha resi consapevoli e capaci di convivere con questa problematica, tuttavia ci sono stati degli effetti devastanti, come la depressione e i disturbi del sonno fra i giovani data dal troppo uso dei dispositivi elettronici durante la pandemia.
La Cina è molto avanti nella creazione di vaccini rispetto al resto del mondo però secondo le proiezioni i dati saranno disastrosi nei prossimi mesi, in particolare si stimano 65 milioni di infezioni a settimana. Questa cosa è stata contestata dai medici italiani:
“non so come facciano queste previsioni. ogni modello matematico applicato al covid non funziona, specialmente con omicron, che ha tantissime sottovarianti”
ha detto Ciccozzi.
Analizzando le caratteristiche delle varianti diffuse al momento, Pregliasco ha detto che è possibile un rialzo ma non ci saranno casi gravi. Rimane comunque alta l’allerta e l’Oms ha sottolineato come Xbb sia altamente immunoelusivo e quindi pericoloso.
Il 5 maggio è terminata ufficialmente l’emergenza ma dalle autorità sanitaria arriva il rinnovo comunque a vaccinarsi per proteggersi.
Sostanzialmente però è cambiato l’approccio alla malattia, che prima ci sembrava quasi un mostro invincibile mentre oggi viene considerata una semplice influenza, leggermente più aggressiva di quella tradizionale.
Un segno di questo alleggerimento arriva dagli Stati Uniti, dove non si conteranno più i nuovi contagi ma verranno analizzati esclusivamente i dati che emergeranno dall’analisi delle acque reflue, metodo efficace per monitorare la presenza del Covid e di nuove possibili varianti.