La carta verde è una delle principali novità presente nella bozza del nuovo decreto Covid. Il suo nome ufficiale è “certificazione verde” e sarà il pass necessario per potersi spostare tra regioni di colore diverso.
La carta verde avrà una durata di sei mesi per i vaccinati e i guariti e di 48 ore per chi si sottoporrà a test, antigenico o molecolare, con esito negativo.
Questa certificazione viene rilasciata già alla somministrazione della prima dose di vaccino e potrà essere in formato cartaceo o digitale. Il green pass sarà compilato dalla struttura presso la quale è stato effettuato il vaccino.
Nel documento inoltre, insieme ai dati anagrafici, sarà riportato anche il numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste.
Chi ha completato il ciclo di vaccinazione prima dell’entrata in vigore del nuovo provvedimento e non ha ricevuto nessuna certificazione, può farne richiesta alla struttura sanitaria, alla Regione o alla Provincia.
Invece, per le persone guarite dal Coronavirus, il certificato sarà rilasciato dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente o, per coloro che non sono stati ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta.
Va ricordato però che il pass cessa di avere validità qualora la persona interessata dovesse risultare nuovamente positiva al Covid.
Le certificazioni di guarigione rilasciate prima dell’entrata in vigore del decreto avranno una validità di sei mesi a partire dalla data indicata sul documento.
La certificazione verde potrà essere richiesta anche da chi si sottoporrà a test rapido o molecolare con esito negativo. In questo caso l’interessato avrà una certificazione della durata di 48 ore che sarà rilasciata dalla struttura stessa che ha effettuato il tampone.
Quindi il green pass potrà essere rilasciato da strutture sanitarie pubbliche, private e accreditate, farmacie, medici di medicina generale o pediatri.
La carta verde resterà in vigore fino all’attivazione della piattaforma europea, nella quale poi saranno riuniti anche i certificati nazionali: a quel punto entrerà in vigore il cosiddetto DGC-Digital Green Certificate, interoperabile a livello europeo.
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