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Salute

Covid: è lotta aperta tra Cerberus e Centaurus, le “figlie” di Omicron 5

Il freddo ormai sta arrivando e ce ne stiamo accorgendo ogni giorno di più: ma questo significa anche che potremo a breve trovarci a combattere contro nuove ondate di Covid. Il problema, come si evince da uno studio condotto dall’Università dell’Insubria, è che ci potrebbero essere ondate parallele di Cerberus e Centaurus, entrambe appartenenti alla famiglia di Omicron.

Covid – Nanopress

Cerberus e Centaurus sono le due varianti di Omicron attualmente più diffuse. Fermo restando che ci sono differenze strutturali e sostanziali tra le due, il problema è ben più complesso: potrebbero infatti diffondersi contemporaneamente, dando vita a un aumento dei contagi e a nuove ondate durante l’inverno.

Covid: è lotta aperta tra Cerberus e Centaurus

Il Covid continua a mutare, ormai lo sappiamo tutti. Negli ultimi anni – cioè dallo scoppio della pandemia, che risale ormai a quasi tre anni fa – a oggi, abbiamo assistito a una serie di varianti, le cui manifestazioni cliniche si sono mostrate assai diverse tra loro, così come anche il grado di trasmissibilità.

A cosa abbiamo assistito negli ultimi mesi? Possiamo riassumere così il quadro: da inizio pandemia a oggi 157.717  sequenze genetiche sono state depositate nella banca dati Gisaid. Di queste esattamente 60.231 corrispondono alla variante Omicron, che però, come abbiamo ormai compreso, non è unica, ma ha tante sottovarianti. La sua famiglia è insomma numerosissima: delle 157.717 sequenze, il 93,7% corrisponde alla Ba.5, composta a sua volta dalla Ba 2.75 e Bq 1.1, conosciute rispettivamente come Centaurus e Cerberus. Stando ai dati emersi circa un mese fa, la seconda è più diffusa della prima (parliamo del 7% contro l’1,8%).

Covid – Nanopress

Ma oggi siamo sicuri che sia ancora così? E, soprattutto, qual è la differenza in termini di sintomi e trasmissibilità tra le due varianti? Queste sono domande lecite a cui finalmente ha risposto l’università dell’Insubria.

La differenza tra le due sottovarianti

Ormai tra Cerberus e Centaurus è lotta aperta: la competizione tra le due “figlie” di Omicron si prepara a essere spietata in vista dell’inverno e potrebbe dare vita a una serie di ondate di cui non possiamo prevedere esattamente la portata. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dall’università dell’Insubria e pubblicato sull’European Journal of Internal Medicine.

Quello che sappiamo fino a ora è questo (dati alla mano): Centaurus è la variante in assoluto più trasmissibile e non parliamo di numeri bassi, ma addirittura riesce a legarsi alle nostre cellule 57 volte in più rispetto a Omicron 5. A oggi, quindi, è la quella in grado di diffondersi più velocemente in assoluto, cosa che non ci fa ben sperare per il futuro se andiamo a riguardare i succitati dati di diffusione. Ma attenzione, perché questo non significa affatto che Cerberus sia innocua, anzi. Semplicemente ha caratteristiche diverse che ne rendono quindi diversa anche la pericolosità.

“Centaurus mostra una maggiore adesività di legame alle cellule, Cerberus sembra mostrare una maggiore capacità di sfuggire agli anticorpi prodotti dal nostro organismo e ciò non esclude che nei prossimi mesi si possa assistere ad una sorta di competizione tra varianti nel cercare di diventare  dominanti”, ha affermato Fabio Angeli, il coordinatore della ricerca.

Cosa significa? Tradotto, Cerberus, riuscendosi a legare a cellule molto simili a quelle di Omicron, potrebbe diffondersi in inverno. Centaurus a sua volta, essendo altamente trasmissibile, potrebbe girare tra la popolazione sempre di più. Il risultato è che le due varianti potrebbero agire in sinergia e dare vita a ondate parallele.

Esiste però una soluzione a questo problema: i vaccini. Come spiega il team di ricercatori che si è occupato dello studio, infatti, quelli bivalenti sono costruiti ad hoc per contrastare anche le nuove varianti, quindi sono gli unici in grado di proteggerci dall’avvento di un nuovo aumento dei contagi.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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