Sulla situazione Covid i numeri in Italia continuano ad essere confortanti. Nell’ultima settimana, per quanto dichiarato dalla Fondazione Gimbe, la pandemia potrebbe restare, sempre di più, solo un vecchio brutto ricordo seppur indelebile.
In una settimana dalla fine di agosto al 6 settembre i numeri rilevati rispetto ai ricoveri sono in netta discesa, si parla di un 18% in meno. In particolare il 17,8% dei ricoveri medici ordinari e poco più del 18% in terapia intensiva.
La curva epidemica vede in netto calo anche i nuovi casi che frenano di un 17%. Nell’ultima settimana, alla quale i dati fanno riferimento, si parla di circa 124mila casi poco più di 15mila casi giornalieri.
In calo, ed era ora, anche il numero delle vittime stimato ad un meno 22%. Ciò che fa ancora di più ben sperare, le dichiarazioni di Cartabellotta del Gimbe il quale afferma che la curva dei contagi è nella cosiddetta fase di plateau.
In un piano cartesiano la curva è in fase di plateau quando questa procede in maniera parallela all’asse delle ascisse. La curva, cioè, non cresce ne diminuisce, in questo caso riferendoci ai casi di contagio Covid significa che, questi, non crescono ne diminuiscono ma si mantengono costanti nei giorni.
Il dato, estremamente, positivo è che quando in un grafico si verifica il plateau, dal francese altopiano proprio perché raffigura una appiattimento, significa che la curva è destinata a scendere da li a poco.
Ovviamente oltre all’ottimismo del caso, nessuno, soprattutto il Gimbe, vuole abbassare la guardia. In particolare, si prende in considerazione, la platea di persone over 60 e dei cosiddetti fragili per i quali è opportuno, se non necessario, la somministrazione della quarta dose di vaccino.
Sono oltre 17,1 milioni le persone che appartengono a questa schiera e, fino a questo momento, solo poco più di 2 milioni di loro hanno ricevuto la quarta iniezione di siero immunizzante.
Da qui l’invito di Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe, nei confronti di questi soggetti di fare subito la quarta dose. Nonostante, infatti, si parli di nuovi vaccini Pfizer e Moderna aggiornati, in grado di difendere anche dalla variante Omicron, il consiglio è quello di non aspettare.
I vantaggi di questi cosiddetti vettori aggiornati sarebbe comunque marginale, pur contenendo al proprio interno sia il ceppo originale del Covid-19 che quello della sua variante predominante detta Omicron Ba.1.
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