Covid: la variante Omicron 5 sta ridefinendo la pandemia globale. Ecco il punto della situazione su contagi e ricoveri in Italia.
Dopo due anni di pandemia, il Coronavirus è mutato e, nel corso del tempo, gli scienziati hanno rilevato diverse varianti del virus, tra cui la Omicron 5 che sta ridefinendo il corso dell’emergenza sanitaria, nonché i contagi e i ricoveri all’interno delle strutture ospedaliere.
Facciamo il punto della situazione, per capire come sta evolvendo la situazione pandemica in Italia e capire come Omicron 5 è diversa dalle altre varianti del virus.
Nelle ultime settimane, si sente sempre più parlare delle varianti del Coronavirus e dei vari sotto-ceppi che sono stati individuati dagli esperti. Tra questi, c’è la variante Omicron 5 che, a detta dei ricercatori, è più virulenta e aggressiva, come le ultime individuate dagli scienziati nel corso della pandemia.
Come spiega il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Gianni Rezza: “Anche a causa della rapida diffusione della variante Omicron 5, il numero di casi di Covid-19 sta rapidamente crescendo in tutta Europa e in Francia sono stati segnalati più di 200mila casi in un giorno“.
Il direttore, però, sottolinea che – grazie al potenziamento delle strutture sanitarie – la pressione sugli ospedali è decisamente bassa, quantomeno al momento. Ciò è stato possibile anche grazie alla campagna vaccinale che ha permesso di immunizzare gran parte della popolazione italiana.
Per fronteggiare al meglio un’eventuale nuova ondata di contagi, oltre a potenziare le strutture di cura, è bene che i cittadini si sottopongano al ciclo vaccinale e, nel caso l’abbiano completato, ad effettuare la dose booster alla quale i soggetti fragili e ultra ottantenni non hanno aderito ancora in maniera completa.
Secondo uno studio condotto dalla Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons, è emerso che le varianti BA4 e BA5 di Omicron sarebbero capaci di evadere l’immunità conferita da anticorpi e vaccini che, invece, erano efficaci per le altre varianti del virus.
Pertanto, come si legge dallo studio, è fondamentale comprendere come i vaccini i gli anticorpi possano resistere alle nuove sottovarianti individuate, al fine di “prevenire forme gravi di infezione, ospedalizzazioni e decessi, se non addirittura l’infezione“.
Queste nuove sottovarianti, secondo quanto emerge dalla ricerca, sarebbero più trasmissibili delle precedenti, in quanto è mutata la proteina spike.
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