Sembrava che la situazione si fosse messa un po’ più sotto controllo. Ma invece i contagi Covid sono in continua crescita e, anche l’indice RT è balzato in avanti. Ecco cosa c’è da fare.
Una crescita notevole rispetto alla scorsa settimana che ci fa comprendere come, in realtà, il virus non sia stato ancora debellato del tutto.
Covid: casi in aumento
Sono stati pubblicati i dati di questa settimana sull’andamento della pandemia e non sono per niente incoraggianti. Certo, tutti si aspettavano che, con l’arrivo della stagione autunnale e con la comparsa anche dell’influenza stagionale, i due virus avrebbero, quasi, camminato a braccetto. Ma ciò che non ci si aspettava, forse, era quello di vedere, già ad ottobre, un aumento dell’indice RT così preponderante.
Nel giro di soli 7 giorni, infatti, questi è passato da 1.18 a 1.30, quasi 504 contagi ogni 100mila abitanti. Numeri ancora bassi rispetto alle ondate pandemiche che abbiamo avuto negli anni scorsi, quando è stato anche applicato il lockdown, ma è necessario non abbassare la guardia nel modo più assoluto, come fanno sapere dall’Istituto Superiore di Sanità.
Soltanto 7 giorni fa erano 440 i contagi ogni 100mila abitanti. La variante Omicron è quella più diffusa ma, purtroppo, sono ancora molto bassi i numeri di coloro che si sono vaccinati con la quarta dose. L’altro dato che inizia a preoccupare è quello, anche, dell’aumento dei ricoveri Covid negli ospedali.
I dati del Ministero della Salute segnalano, infatti, che al 13 ottobre l’occupazione dei posti in terapia intensiva è salito dall’1.8% al 2.4%. a livello nazionale, invece, sfiora il 10%, rispetto all’8% di soli 7 giorni fa.
Numeri che fanno pensare e riflettere, in particolare se osservati regione per regione. Ci sono infatti territori che hanno già superato la soglia del 15% dell’occupazione dei posti in terapia intensiva negli ospedali e sono regioni come il Friuli Venezia Giulia, arrivato al 17%, o anche la Calabria che ha di poco superato il 15% (si attesta al 16% il tasso di occupazione terapie intensive).
Le Regioni in allarme: le terapie intensive di nuovo piene
Ma ci sono anche altre regioni che iniziano a preoccupare con i loro dati, come l’Umbria che ha toccato il 26% delle occupazioni, o come Trento e Bolzano (rispettivamente al 17% e al 23%9. Ma la situazione più complessa ed allarmante si registra in Valle d’Aosta dove il tasso di occupazione delle terapie intensive è pari al 56%.
La situazione inizia a mettere in allarme un po’ tutto il sistema sanitario nazionale e lo spettro della riapertura in massa dei reparti Covid sembra essere dietro l’angolo. L’attenzione dei medici e degli esperti è alta e non si escludono nuove regole e norme anticontagio se questi continuano ad aumentare e a far salire i livelli d’allarme.
Mascherine e nuovamente anche il Green Pass? Se quest’ultimo era stato individuato come un modo per invogliare la popolazione a vaccinarsi, ora non è più uno strumento necessario. Ma, dall’altro lato, l’abbiamo detto, chi si è protetto con la quarta dose non sono in molti, neanche nelle categorie più fragili.
La situazione, al momento, sembra essere sotto controllo. Ma non si escludono nuovi passaggi.