Il Washington Post ha condiviso delle foto satellitari di 6 città cinesi, all’inizio e alla fine di dicembre: l’impatto della nuova ondata dalle immagini.
Pechino continua a smentire sulla presunta risalita di contagi, mentre il quotidiano americano mostra le foto delle file di persone ai crematori nel mese di dicembre, con gli afflussi che lasciano presagire un’effettiva impennata di postivi e di decessi in Cina. Camere ardenti in funzione 7 giorni su 7 e lunghe code fuori dalle agenzie funebri.
Era intervenuta per smentire sulla situazione in peggioramento in Cina, Mao Ning portavoce del Ministero degli Esteri; poi ancora a difendere il proprio governo dagli “attacchi dall’Occidente” che sempre secondo Pechino aveva iniziato a monitorare i viaggiatori dal Paese occidentale per denigrarlo e metterlo in cattiva luce. E ancora, il 3 gennaio, aveva caldamente rifiutato la proposta dell’Ue di offrire alla Cina vaccini gratis, parlando della pandemia nella repubblica cinese come “sotto controllo e prevedibile”, con il Paese già ampiamente
Dalle politiche “zero Covid” a quelle dell’apertura improvvisa, per gli Stati europei adesso controllare l’andamento del Covid in Cina è diventata una vera impresa. La stessa Ue aveva chiesto, le settimane del 2023 tramite l’invito di monitorare i viaggiatori dalla Cina, al governo di Pechino di essere il più trasparente possibile.
L’Europa è corsa ai ripari intanto per non ripetere – alla vigilia del terzo anniversario del primo decesso per Covid comunicato dalla – gli errori di tre anni fa, monitorando i viaggiatori ed effettuando tamponi per provare a tenere sotto controllo eventuali nuovi varianti.
E non sarà contenta Mao Ning dell’ultimo reportage fotografico del Washington Post che ha condiviso delle foto satellitari di sei importanti città cinesi; un “prima e dopo” con le differenze tra i primi giorni del mese di dicembre e quelli a ridosso di capodanno, con una differenza a saltare all’occhio su tutte, ossia le code nei pressi dei crematori.
Si tratta di Shanghai, Pechino, Kumming, Chengdu, Nanjing e Huzhou. Le sei città sono state fotografate agli inizi e alla fine di dicembre, tramite satellite e le foto hanno mostrato differenze da brividi. Soprattutto per quanto riguarda i crematori, e la fila di persone che aspettano di entrare con i loro parenti uccisi da Covid. Una differenza evidente soprattutto nella capitale dove è comparso addirittura un altro parcheggio per permettere l’afflusso crescente di gente.
Secondo quanto riportato dal quotidiano statunitense il parcheggio della periferia di Pechino è stato realizzato il 22 dicembre, mentre l’immagine satellitare è stata scattata il 24 dello stesso mese. Oltre cento auto nel parcheggio e la polizia a gestire il traffico, in una situazione di ingorgo.
Sempre secondo il Post il giornale sotto il controllo del governo Youth Daily avrebbe prima riportato la notizia di 150 cadaveri al giorno nella struttura della capitale, poi cancellata in un secondo momento.
Le imprese funebri contattate dal Washington Post hanno riferito di aver interrotto il servizio funebre e commemorativo per la famiglia del defunto, limitandosi a prestare il servizio di cremazione negli ultimi giorni.
Nonostante le imprese funebri, come evidenziato da tale reportage, e i forni abbiano avuto un afflusso fuori dal comune nell’ultimo mese con una importante intensificazione delle attività anche la scorsa settimana, il governo di Pechino ha fino a questo momento riconosciuto solamente 40 vittime legate al Covid-19 nell’intero Paese dal 7 dicembre a oggi. Una segretaria delle pompe funebri di Chongqing, in forma anonima aveva segnalato code lunghe all’esterno della struttura, oltre a freezer pieni e le otto camere ardenti operative sette giorni su sette.
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