Il mondo continua, ancora, a fare i conti con il Covid certo, non più con il numero di contagi salito alle stelle degli anni scorsi, ma occorre comunque non abbassare ancora la guardia. Ecco cosa ci dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel mondo, i casi di contagio o di morte sono in calo, ma l’Europa deve fare purtroppo i conti con i contagi in risalita. Vediamo insieme a cosa è dovuto ciò.
La pandemia da Covid: dobbiamo imparare a conviverci. Questo è quello che, da un anno a questa parte, medici ed esperti ci stanno dicendo. Davanti ad una campagna vaccinale che, per le prime tre dosi, ha avuto una risposta piena e completa da parte di tutti, arranca un po’, invece, per quella che è la quarta di dose, specie nelle fasce alle quali è consigliata.
Nonostante tutto, però, non si fermano gli studi per capire da dove questo virus si sia originato e, soprattutto, quali sono le sue varianti che, ancora oggi, si manifestano. Le ultime sono “Cerberus” e Kraken” che, a quanto pare, sono le più diffuse anche in quelli che sono i contagi che, ad oggi, si contano.
Ma c’è una notizia che ci risolleva d’animo, ovvero che anche in questa settimana appena trascorsa, i casi di morte per Covid segnalati nel mondo sono, ancora, in diminuzione. Nel mese, infatti, dal 6 febbraio al 5 marzo, a livello globale si sono stati registrati circa 4,5 milioni di casi e 32mila decessi, con un calo rispettivamente del 58% e del 65% rispetto al mese precedente.
Al 5 marzo, da inizio pandemia, sono oltre 759 milioni i contagi confermati, secondo il bollettino diffuso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma sono i numeri veri della pandemia? Stando a quanto afferma l’OMS, si “tratta di sottostime del numero reale di infezioni e reinfezioni da Sars-CoV-2, questo in parte dovuto alla riduzione dei test e ai ritardi nella segnalazione in molti Paesi” – afferma.
Nel mondo, però, se lo suddividiamo in Regioni, è possibile vedere, però, come il calo dei casi sia generalizzato: -80% Pacifico occidentale, -61% Africa, -31% Americhe, -15% Sudest asiatico, -9% Mediterraneo orientale. A preoccupare è, invece, l’Europa che ha visto un balzo in avanti del 20% nel numero dei nuovi contagiati.
I casi di maggior numero di contagi si sono avuti in Germania (con un +23%), in Russia (con un +103%) e in Austria (con un +86%).
La variante più diffusa fra i nuovi contagiati è proprio “Kraken”. La sua presenza è stata censita in 79 Paesi, contro i 133 che hanno segnalato, invece, la famiglia della variante “Cerberus”. L’OMS mostra, nel suo bollettino, una tendenza all’aumento di Kraken, essendo passata dal 17,98% al 31,98% nel giro di due mesi (da gennaio a marzo).
L’Oms, però, attualmente sta monitorando una variante che desta preoccupazione, cioè Omicron, insieme a tutte le sue 7 sottovarianti, tra le quali proprio la ricombinante Kraken.
Occorre, quindi, per questo motivo, essere ancora prudenti e non abbassare del tutto la guardia di fronte a questo nemico che stiamo imparando a conoscere mano mano.
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