Giuseppe Conte e Attilio Fontana sono tra gli indagati nell’inchiesta sulla gestione del Covid e di alcune zone rosse nel 2020: le loro versioni sembrano contrastanti.
Giuseppe Conte, premier nel 2020 durante le fasi preliminari della gestione del Covid, ha affermato di non aver mai ricevuto richieste formali da parte del governatore Fontana per l’istituzione di zone rosse in Lombardia – nello specifico nella provincia di Bergamo. Il presidente della Regione invece parla di “competenze del governo”.
Emergono nuovi dettagli dall’inchiesta sulla gestione del Covid, riguardante le prime fasi della pandemia in Italia. Sul taccuino degli inquirenti in questo momento i nomi dei vertici nazionali, regionali, provinciali e locali; da Giuseppe Conte allora Presidente del Consiglio fino ad Attilio Fontana, visto che come noto le prime settimane di infezioni da Sars-Cov-2 nel nostro Paese riguardarono soprattutto la Lombardia.
E con questa inchiesta si cerca di far luce proprio nel periodo febbraio-marzo 2020, prima che tutta Italia finisse in zona rossa, in lockdown. Era il caso di affrettare le restrizioni? Perché in provincia di Bergamo alcune città vennero blindate mentre altre rimasero senza provvedimenti? Da quanto emerso dai verbali di Conte e Fontana, almeno su alcune questioni, i due hanno fornito versioni differenti rivelando di essere su binari opposti.
Si, perché l’ex premier ascoltato nel giugno del 2020 dai pm, sulla gestione di Nembro e Alzano ha riferito di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte della Regione, ne di aver avuto interlocuzioni al riguardo. Interlocuzione avvenuta solo con Fontana, dice il leader dei Cinque Stelle, mentre il governatore sostiene che – sempre ascoltato dai pm nella primavera del 2020 – dalla Regione si aspettavano interventi governativi.
Lo scambio di un email, ha riferito Conte, tra l’ex premier e il governatore, nella quale Fontana avrebbe chiesto il 28 febbraio del 2020 il mantenimento delle misure già adottate, ma nulla più. Insomma, Conte riferisce che Fontana non si sia mai espresso su una zona rossa in quel territorio, Fontana sostiene che si aspettava mosse dal governo.
Il presidente di Regione ha affermato che “credevamo nella realizzazione della zona rossa” come esempio di quanto avvenuto per Codogno anche nella provincia di Bergamo e che la “proposta della Regione è stata quella della zona rossa”. Fontana ha riferito che, secondo una direttiva del ministro Lamorgese dell’8 marzo, l’istituzione di zona rossa sarebbe stata competenza esclusiva del governo.
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