Per la prima volta, è stata individuata anche in Veneto la variante indiana del coronavirus. Si tratta di due cittadini indiani di Bassano, padre e figlia, con la variante indiana. Lo ha reso noto il presidente della Regione Luca Zaia: “Le varianti ormai sono migliaia, e prima o poi arrivano tutte. Affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, e andiamo avanti“.
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Variante indiana, Andreoni: “Prestare la massima attenzione”
La variante indiana del covid preoccupa la comunità scientifica, come tutte quelle che appaiono nel mondo e di cui sappiamo ancora molto poco. “In questo momento di riaperture e zone gialle dobbiamo avere la massima attenzione e capire tre cose: se è più trasmissibile rispetto al ceppo originale, se è più letale e se resiste ai vaccini“, spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, in un’intervista all’AdnKronos.
Gismondi: “Il virus continuerà a mutare, dobbiamo abituarci”
“Dobbiamo abituarci ad avere sempre nuove varianti” di Sars-CoV-2. Il coronavirus pandemico“, sottolinea Maria Rita Gismondo, microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano. “Il virus ha cominciato a mutare dalla sua prima comparsa, è un virus a Rna e continuerà a mutare“, spiega Gismondi in merito alla variante indiana che spaventa in queste ore.
Maga: “La situazione in India è completamente diversa”
Secondo gli esperti, in Italia non ci sono motivi di allarme per la variante indiana del virus Sars-Cov2. “Quello che sta succedendo in India, con il grande aumento dei casi, non è dimostrato che sia dovuto esclusivamente a questa variante“, spiega Giovanni Maga, direttore dell’l’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. “Sappiamo che nel Paese circolano, come in tutti i Paesi, moltissime varianti. Il problema dell’India è che si tratta di un Paese con una densità di popolazione molto elevata e che a rafforzare le misure di contenimento fa fatica“, prosegue il virologo, sottolineando che “la situazione indiana è completamente diversa dalla nostra“.