Da oggi, 7 dicembre, in Italia non esistono più zone rosse: con il passaggio “forzato” della RegioneAbruzzo ad arancione il Paese sembra pronto ad alleggerire la stretta sulle norme Covid, ma gli esperti non sono d’accordo. L’eliminazione del lockdown stretto, misura che il governatore Marco Marsilio aveva sottoscritto lui stesso senza l’imposizione del Cts, era prevista in Abruzzo per mercoledì (limite dei 21 giorni), e infatti fonti del Governo dichiarano che “non c’è avvallo su questa ulteriore anticipazione”.
Non ci sono più zone rosse
Risale al 18 novembre la firma del governatore abruzzese Marsizio, che ora di fatto annulla il provvedimento che iscriveva la Regione alla lista delle zone rosse per passare a più aranciati orizzonti. Il Governo però dichiara: “La cabina di regia che monitora i dati di tutte le regioni ha riconosciuto questa anticipazione che avrebbe potuto portare alla zona arancione nella giornata di mercoledì. La scadenza dei 21 giorni è però prevista per mercoledì, non per lunedì. Quindi non c’è avallo su questa ulteriore anticipazione“.
L’ordinanza di annullamento comunque scatta oggi, 7 dicembre, e dalla giunta regionale, già nella giornata di ieri, hanno fatto sapere che “il governo può solo, eventualmente, impugnarla”.
La responsabilità dei contagi è dell’Abruzzo
Il problema fino alla serata di ieri è stato per gli esercenti che non capivano se stamane avrebbero potuto riaprire o meno. Soprattutto dal momento che domenica è stata recapitata una lettera di diffida al governatore Marco Marsilio, in cui si intimava il ritiro della misura, diversamente, la responsabilità di eventuali nuovi contagiatinei luoghi che sarebbero invece dovuti restare chiusi ricadrebbe sotto la diretta responsabilità della Regione Abruzzo.
Dal Cts chiedono allerta massima
Il Comitato Tecnico Scientifico richiede però di elevare l’asticella dell’attenzione all’allerta massima: senza più regioni in zona rossa, e con cinque nuove aggiunte a quella gialla, la Coldiretti ha calcolato che avrebbero riaperto oltre 72.000 tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi. Al momento, quindi, sono ancora poco meno della metà, il 47%, gli esercizi commerciali ancora chiusi nel Paese, ma dalla stessa Associazione per l’agricoltura notano: “Nonostante la prospettiva di un passaggio a breve in giallo di tutte le regioni italiane, la situazione è drammatica anche per il permanere dei limiti anche nei giorni più caldi delle feste di fine anno come Natale, Santo Stefano e Capodanno con l’obbligo di chiusura alle 18,00 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni più sicure“.
Natale al centro delle preoccipazioni del Cts
Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, ha spiegato che al centro delle preoccupazioni del Comitato antiCovid al momento c’è un ritorno all’innalzamento della curva dei contagi: “Ci apprestiamo ad entrare in una fase in cui avremo il raddoppio della criticità, nei Pronto Soccorso arriveranno coloro che avranno l’influenza stagionale e coloro che avranno il Covid vero e proprio. Avremmo potuto imporre un lockdown assoluto, ma non possiamo permettercelo. Immaginiamo misure restrittive ma compatibili con la vita del Paese“.
Arcuri: “Vaccini prima a chi non ha avuto Covid”
Anche il commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ospite a Mezz’ora in Più su Rai3, ha parlato delle festività: “Sarà un Natale di responsabilità, sacrificio e di speranza perché un po’ di luce alla fine del tunnel si comincia a vedere”.
Arcuri ha anche parlato del vaccini, il cui piano di somministrazione è stato presentato al Senato dal ministro della Salute Roberto Speranza settimana scorsa: “Sarà più urgente vaccinare chi non ha avuto il Covid perché non ne è immune. Per chi lo ha avuto, il periodo di immunità si conlcuderà e quindi sarà ragionevole che siano vaccinati anche loro. Ma non saranno i primi e neppure i secondi“, ha spiegato Arcuri.
Fontana: Il Natale del dpcm è “un disastro sociale e umano”
Secondo il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, la norma introdotta dal Governo nell’ultimo dpcm che riguarda il divieto di mobilità tra Comuni il 25 dicembre sarebbe “Una norma che non ha minimante senso”. Il Governatore ha poi aggiunto: “Io credo che il giorno di Natale con questa norma si rischi di creare un disastro sociale e umano, perché ci saranno tante persone anziane che non potranno incontrare i propri figli. È una situazione che ritengono veramente senza senso, così come ritengo senza senso che si stabilisca una data come termine ultimo per poter tornare alle proprie residenze”.