Il primo caso della variante Pirola arriva nella settimana in cui in Italia si registra una frenata dei contagi. Secondo gli esperti non si tratterebbe di una variante patogena più aggressiva.
Arnaldo Caruso, della Società Italiana di virologia, ha isolato il virus e la nuova variante affermando in queste ore che non vi sono al momento tracce di maggiore aggressività della malattia rispetto alle precedenti versioni del Covid. Il primo caso a Brescia, in un paziente fragile. Ecco i sintomi della nuova variante.
Nella settimana in cui i casi Covid iniziano a diminuire in Italia, a cresce è la preoccupazione rispetto alle nuove varianti. Stiamo parlando di Pirola, nel dettaglio la Covid BA.2.86, che è arrivata anche in Italia con il primo caso a Brescia. Il team di Arnaldo Caruso della Società Italiana di virologia, sentito da Il Giorno nelle ultime ore, ha isolato questa ennesima trasformazione del virus; i risultati non evidenziano effetti patologici più gravi dei precedenti.
Tornando alla discesa dei contagi, nell’ultima settimana nel nostro Paese la salita dei positivi è stata pari al 17%, rispetto al 44% della settimana precedentemente analizzata. Destano ancora preoccupazioni le scuole e le varianti, anche se in questo momento i ricoveri e i pazienti con sintomi non risulterebbero un problema per le strutture sanitarie nazionali. Il numero di pazienti con forme gravi della malattia inoltre è stabile o addirittura in discesa, rispetto alle scorse settimane.
Pirola intanto ha fatto la sua comparsa in Italia da Brescia, con il team di Arnaldo Caruso – intervistato da Il Giorno – che ha isolato la variante. L’ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica dell’Università di Brescia ah l’isolamento è avvenuto da un campione prelevato da un paziente fragile.
Secondo gli studiosi della Società italiana di virologia non c’è alcuna prova che la variante risulti più patogena o aggressiva delle altre, anche se una volta completato il sequenziamento completo si avranno più dati da valutare. Questo ceppo particolare, afferma Caruso, presenta delle mutazioni che potrebbero fare pensare a una maggiore resistenza alla vaccinazione.
In Italia la variante dominante è ancora Eris, che secondo l’Istituto Superiore della Sanità sarebbe contrastata in maniera efficace dai vaccini. Pirola potrebbe essere meno aggressiva, secondo gli studi condotti in Danimarca in estate, e ancora in Israele negli States, nel Regno Unito e in Sudafrica.
Le mutazioni nella proteina Spike – che il Covid utilizza per agganciare le cellule – di Pirola però attirano l’attenzione, e potrebbero influire sulla contagiosità. Pirola, secondo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano ascoltato dall’AdnKronos dunque, potrebbe anche diventare prevalente nel nostro Paese.
Secondo quanto costato da medici e pazienti, nel reparto presentato dagli studiosi di Brescia non si registrano fino a questo momento sintomi diversi dai soliti che in questi anni abbiamo imparato a riconoscere. Ci sono tosse, febbre e in caso più estremi mancanza di fiato. Non ci sono casi ad oggi classificati come gravi, ma per i virologi gli studi sono ancora nelle fasi preliminari.
La prevenzione riguarda ancora la vaccinazione. Le persone che hanno ricevuto il vaccino non presenterebbero fattori di rischio, oltre a normali sintomi da Covid. Gli esperti consigliano l’assunzione del paracetamolo o ibuprofene al manifestarsi dei sintomi comuni, per alleviare l’infezione virale. Da evitare in ogni caso le automedicazioni.
Il pool di esperti internazionali ha scelto per il BA.2.86 il nome dell’asteroide Pirola scoperto nel 1927, che a sua volta aveva preso il nome di una pianta, Pyrola.
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