Il primo caso di Coronavirus in Italia risale al 10 novembre 2019: è stata individuata in una milanese di 25 anni la paziente 1.
Fino ad oggi, si pensava che il primo caso accertato a livello mondiale fosse un bambino di 4 anni, sempre di Milano. Portato al pronto soccorso il 30 novembre, accusava da più di una settimana problemi respiratori e vomito. Il giorno seguente erano comparse sulla pelle macchie simili a quelle del morbillo, salvo poi scoprire che si trattava di un’altra patologia. Rianalizzato mesi dopo il tampone, si era appreso che la causa dei disturbi era proprio il Covid: a individuarlo, uno studio dell’Università degli Studi di Milano pubblicato su l’Emerging Infectious Diseases.
Ora però si è scoperto che il virus circolava nel capoluogo lombardo già da inizio mese grazie al team di ricercatori sempre della Statale di Milano guidati dal prof. Raffaele Giannotti in collaborazione con Istituto Europeo di Oncologia e il Centro diagnostico italiano, che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca sul prestigioso British Journal of dermatology.
Anche in questo caso, è stata fatta una rianalisi degli esami della donna, in particolare una biopsia fatta per un problema di dermatosi atipica, inizialmente individuata come lupus eritematoso: i problemi alla pelle colpiscono tra il 5 e il 10% dei malati di Covid.
Giannotti ha spiegato così l’origine dello studio: “Abbiamo cercato nel passato perché nei nostri lavori già pubblicati su riviste internazionali, abbiamo dimostrato che esistono, in questa pandemia, casi in cui l’unico segno di infezione da Covid 19 è quello di una patologia cutanea.” – partendo da questo presupposto, il ricercatore si è “domandato se avessimo potuto trovare indizi della presenza della SARS-CoV-2 nella cute di pazienti con solo malattie della pelle prima dell’inizio della fase epidemica ufficialmente riconosciuta. Ed effettivamente lo abbiamo trovato negli esami istologici fatti su alcuni pazienti nell’autunno del 2019“.
La paziente 1 è stata dunque contattata e sottoposta a un test sierologico a giugno scorso, il quale ha rivelato gli anticorpi del Covid, confermando quanto scoperto. Interrogata su un eventuale sviluppo del virus, ha dichiarato di non aver avuto altri sintomi e che la patologia cutanea è sparita in circa 2 mesi.
Il professore dell’Università degli Studi di Milano ha fatto sapere che continueranno ad analizzare esami e biopsie, ipotizzando che sia probabile trovare tracce del virus risalenti anche a ottobre 2019. D’altronde l’Istituto dei Tumori di Milano ha trovato gli anticorpi al Covid negli screening per il tumore ai polmoni eseguiti tra settembre 2019 e marzo 2020, mentre il virus vero e proprio è risultato presente nelle acque reflue del Nord Italia già a dicembre 2019. Resta ancora l’incognita su dove sia partito il virus e quando esattamente si sia diffuso: domande alle quali prova a rispondere la ricerca.
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