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Salute

Covid, non solo sintomi conosciuti: ecco quelli più rari a cui prestare attenzione

Il Covid continua a sorprendere sempre tutti e non sempre in senso positivo. Tra mutazioni che continuano a susseguirsi, nuove varianti che compaiono all’improvviso e a un tratto iniziano anche a viaggiare su binari paralleli, comprendere il vero andamento del virus è quasi impossibile. A questo si aggiunge un’altra scoperta: i sintomi “convenzionali”, ovvero quelli che tutti conosciamo, potrebbero non essere gli unici esistenti, perché accanto a loro ve ne sono altri molto rari.

Covid – Nanopress

Ad oggi la maggior parte delle persone pensa che gli unici sintomi del Covid siano mal di gola, raffreddore, tosse, perdita del gusto e dell’olfatto, mal di testa, sintomi gastrointestinali. In realtà non è così: il virus può manifestarsi in tantissimi modi, anche molto diversi tra loro. Esiste infatti una lista di sintomi molto rari, ma da non trascurare assolutamente.

Covid: i sintomi a cui prestare attenzione non solo solo quelli che conosciamo

Non solo mal di gola, raffreddore, tosse, perdita del gusto e dell’olfatto: il Covid può presentarsi in tanti modi e potrebbe non essere sempre facilissimo riconoscerlo. Ormai abbiamo capito che questo virus è insidioso, mutevole, che cambia spesso forma, ma non sapevamo che potesse modificare anche il modo in cui si manifesta.
Accanto infatti alla lunga lista di sintomi già conosciuti, ve ne sono alcuni molto rari, ma comunque esistenti. Attenzione però: ad oggi non è chiaro né con quale frequenza questi si possono verificare né se sono sintomi reali, oppure derivano da altre patologie che il Covid non fa altro che far emergere.
Covid – Nanopress
Quali sono questi sintomi? Ecco la lista completa (a cui non sappiamo però né se né quando né tantomeno quanti altri se ne aggiungeranno).

Tutti i sintomi rari conosciuti ad oggi

L’assunto di base è questo: più impariamo a conoscere il Covid, più capiremo qualcosa sulla sua sintomatologia, anche quella comprendente strane manifestazioni. Come ha affermato Mark Mulligan, infettivologo della New York University Langone Health, infatti, finché questo non avverrà non sapremo quali sono “le cause alla base di questi rari sintomi” e quindi “fino ad allora si tratta in gran parte di congetture”.

Ecco perché ad oggi al centro dell’attenzione sono anche le condizioni postume dei pazienti, che però attualmente non sembrano totalmente incoraggianti. Un recente studio condotto da un team di ricercatori scozzesi, pubblicato su Nature, ha affermato che entro 18 mesi dall’infezione quasi le metà dei pazienti non si è completamente ripresa. A questo si aggiunge un’altrettanto recente ricerca, pubblicata su Jama Network Open, ha invece evidenziato che più della metà degli infetti – il 59,7% – dopo 24 mesi potrebbe avere ancora almeno un sintomo. Questo ci serve – e dobbiamo tenerlo sempre a mente – perché è da qui che dobbiamo partire per capire a cosa prestare attenzione.

Stando alle parole di Peter Chin-Hong, infettivologo dell’University of California San Francisco: “Statisticamente parlando, ci dobbiamo aspettare di trovare persone con conseguenze sempre più strane. (…) I medici di tutto il mondo hanno già visto uno stuolo di casi bizzarri, problemi che possono essere molto preoccupanti per i pazienti anche se in prospettiva non lo sono. Questo perché la maggior parte passano da soli, senza bisogno di alcuna cura specifica”.

Ma quali sono nello specifico questi sintomi strani? In primis troviamo le stomatiti. A questo proposito Saira Chaughtai, medico della Hackensack-Meridian School of Medicine, ha infatti reso noto un caso alquanto peculiare che le è capitato di curare ad ottobre. Una paziente, circa dieci dopo aver scoperto di aver contratto il Covid, ha iniziato ad avere la lingua sempre più gonfia e a sviluppare delle stomatiti.

Il succitato Chin-Hong, invece, dichiara di aver visto alcuni pazienti infetti avere la lingua ricoperta di mughetto. Addirittura un suo paziente l’ha avuto per circa sei mesi dopo essere risultato positivo al primo tampone: nel suo caso nessuna cura atta a guarire questo sintomo pareva funzionare, finché non ha pensato di ricorrere ad una sperimentale. Si tratta della fotobiomodulazione, che consiste nel trattare le lesioni muscolari con un laser, che possa migliorare il flusso sanguigno.

Un altro sintomo raro – ma molto meno rispetto al precedente – è il “piede Covid”. Di cosa si tratta? Di un mix di rigonfiamenti e rossori elle estremità delle dita dei piedi (visivamente molto simili a geloni in pratica). A parlare di questa strana manifestazione ci ha pensato l’American Academy of Dermatology Association, che ha affermato che paradossalmente sviluppano più spesso questo sintomo pazienti giovani, asintomatici oppure con sintomi lievissimi.

Ad oggi sappiamo che la maggior parte dei pazienti, però, sviluppa questo sintomo solo sulla punta delle dita appunto, spesso anche solo su una. Come ci tiene a specificare la dermatologa pediatrica Amy Paller della Northwestern Feinberg School of Medicine: “All’inizio potresti vedere un rossore lieve che gradualmente diventa viola, ma la maggior parte non sente nulla e non si rende neanche conto del sintomo a meno che non si sviluppino prurito e vesciche”.

Ad oggi non sappiamo esattamente però quante persone abbiamo riportato questo preciso sintomo, ma quello che è chiaro è che solo Michael Nirenberg, podologo di Crown Point, ha visto più di 40 casi analoghi. In tutti questi casi entro un paio di mesi il sintomo era completamente sparito. Tutti tranne uno: un 59enne, infatti, com’è riportato sul Journal of Cutaneous Pathology, ha continuato ad avere un’eruzione sull’alluce per ben 670 giorni.

E ancora, un altro sintomo raro, sempre di natura dermatologica, riguarda eruzioni cutanee pruriginose sul petto e sui fianchi. C’è da dire, però, che queste si manifestano in maniere differenti: c’è chi inizia a sviluppare gonfiori e vedono la loro pelle diventare rossa oppure blu, chi sviluppa bolle simili a quelle tipiche del morbillo oppure della varicella.

Ma non finisce neanche qui, perché sta diventando ormai celebre anche “l’occhio Covid”. Emblematico a questo proposito il caso di un bambino di soli 9 anni che subito dopo aver contratto il virus ha perso la vista da un occhio per colpa della cellulite orbitale, un’infezione batterica nella cavità oculare.

In linea di massima però ad oggi sappiamo solo che non possiamo prevedere esattamente chi avrà un determinato sintomo e quale. Questo soprattutto alla luce del fatto che le manifestazioni rare riguardano sia i vaccinati che i non vaccinati, quindi fare un pronostico ad oggi sarebbe letteralmente impossibile.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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