Mercoledì sera l’azienda farmaceutica Regeneron ha fatto richiesta di approvazione immediata per il cocktail di anticorpi somministrato al Presidente Donald Trump risultato positivo a Covid-19. Dell’efficacia del farmaco, che in soli due giorni lo avrebbe salvato dal virus, di cui lui stesso continua a minimizzare la pericolosità, non c’è però alcuna prova e le scorte sono limitatissime.
In un video pubblicato sui social, Donald Trump avrebbe definito “una benedizione di Dio” la sua positività al Coronavirus e la cura somministrata: un cocktail di anticorpi che lo avrebbe subito fatto sentire meglio, definendolo “incredibile”.
In realtà non ci sono prove scientifiche a sostegno di questa benedizione divina e a dichiararlo sono stati gli stessi medici che avevano in cura Trump, specificando anche che al Presidente sono stati somministrati altri farmaci oltre a quello prodotto dall’azienda Regeneron.
Tra questi ci sarebbero l’antivirale remdesivir e il Desametasone, un antinfiammatorio steroideo, entrambi raccomandati nelle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la lotta contro Covid-19.
Solo 50 mila pazienti potrebbero avere accesso alla cura, secondo quanto dichiarato dalla Regeneron stessa. Un numero ben al di sotto delle centinaia di migliaia di casi di positività rilevati negli Stati Uniti. Soprattutto perché lo stesso Trump, dopo averlo definito senza mezzi termini “la cura” a Covid-19, avrebbe promesso la somministrazione gratuita a tutti gli americani.
Inoltre, i test non sono ancora terminati, né i dati resi pubblici. Il farmaco, secondo quanto riportato dall’azienda stessa, avrebbe il merito di rinforzare gli anticorpi in soggetti che non ne hanno sviluppato a sufficienza di propri.
Le parole di Trump hanno però dato a molti l’idea che il Presidente stia cercando di dare una spinta all’approvazione del mix farmacologico, nonostante le decisioni del comitato scientifico della Food and Drug Amministration dovrebbero essere prese in totale autonomia.
“Ho pronta un’autorizzazione straordinaria, e la firmeremo subito”, ha dichiarato. La FDA si è rifiutata di rispondere alle domande in merito a tale procedura. Sembrerebbe che le pressioni della Casa Bianca non tengano conto della salute dei cittadini, ma che vadano a vantaggio della sua campagna politica.
Più volte Trump ha infatti ribadito la volontà di somministrare un vaccino alla popolazione prima delle elezioni di novembre, nonostante le aziende farmaceutiche abbiano più volte negato la possibilità.
Regeneron ha potuto portare avanti le ricerche finora effettuate grazie a un finanziamento di oltre 500 milioni di dollari stanziati dall’Operation Warp Speed, il programma di ricerca scientifica del governo federale. L’azienda ha dichiarato che potrebbe arrivare a una produzione pari a 300 mila unità entro qualche mese e in agosto aveva siglato un accordo con Roche per incrementare la produzione di ulteriori 250 mila dosi al mese il prossimo anno.
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