Da lunedì, circa 12 milioni di italiani entreranno in zona bianca con nuovi allentamenti delle misure anti-Covid. Dopo un lungo e controverso dibattito, è stata archiviata anche la questione sul numero di commensali consentito al ristorante. Via il limite all’aperto, i ristoranti potranno tornare a servire regolarmente i loro clienti anche al chiuso, ma il numero di commensali per tavolo dovrà essere al massimo di 6 persone. Intanto si attende lo slittamento del coprifuoco e l’arrivo del green pass.
Sulla questione dei commensali a tavola, il Governo e le Regioni hanno a lungo dibattuto e alla fine hanno trovato un compromesso: nessun limite all’aperto e un massimo di sei persone per tavolo al chiuso. “Le cose vanno meglio, ora occorre proseguire in un percorso di gradualità, perché è giusto riaprire ma passo dopo passo visto che un passo troppo lungo ci potrebbe far pagare un prezzo“, spiega il ministro della Salute, Roberto Speranza. Intanto il rappresentante dei governatori, Massimiliano Fedriga, invoca un ritorno alla normalità, rilanciando l’opportunità di valutare l’abolizione di limiti all’aperto anche per le zone gialle tramite un tavolo tecnico nazionale.
Un altro nodo da scogliere rimane quello delle discoteche, sul quale dovrebbe esprimersi a breve il Cts. La valutazione dei rischi verrà condotta tramite due sperimentazioni a Milano e Gallipoli, dove l’accesso di duemila persone in ogni locale potrebbe costituire un test significativo.
Già, ad aprile, il Cts si era pronunciato “in merito alla possibilità di prevedere che le regioni possano intraprendere sperimentazioni per spettacoli dal vivo” con una deroga al numero massimo di mille persone, purché in “presenza di misure di sicurezza aggiuntive“. Ma il sindacato delle sale da ballo non ha intenzione di aspettare ancora e annuncia disobbedienza civile se non dovessero arrivare risposte. “Apriremo comunque tutte le attività”, dicono i gestori, che propongono l’accesso con green pass, quindi se si è guariti, se si è fatto il tampone oppure effettuato il vaccini.
Per quanto concerne il tema dei richiami in vacanza, il generale Figliuolo ha chiesto il massimo della flessibilità nelle prenotazioni. “Noi sappiamo che i vaccini Rna danno la possibilità di somministrare la seconda dose entro 42 giorni, in quel range bisogna essere flessibili, così come tra le 4 e le 12 settimane con il vaccino Astrazeneca“, spiega il Commissario, che apre all’ipotesi di poter ricevere il vaccino anche in vacanza. “Siamo a piena diposizione e faremo in modo che la logistica saprà correre ed essere flessibile, e quindi dare la possibilità di andare incontro alle esigenze dei nostri cittadini“, aggiunge il commissario.
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