Il monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) registra un sensibile calo dell’incidenza settimanale di Covid. L’OMS pronta a dichiarare cessata la pandemia.
Questa settimana si è registrato un lieve calo dei casi Covid. L’incidenza è passata da 40, della settimana precedente, a 38 ogni 100.000 abitanti. L’Rt medio, invece, misurato su gli individui che hanno sviluppato sintomi, cresce a 0,96 (la scorsa settimana si assestava attorno allo 0,94). Resta fermo il livello di occupazione delle terapie intensive che si ferma all’1,1% così come quello dei ricoveri in ospedale che si aggira attorno al 4,1%.
Ancora, dal monitoraggio condotto dall’Iss, alla luce dei 21 indicatori (per la prima volta indicati nel decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020), 13 sono le regioni considerate a “rischio moderato” mentre 6 a “rischio basso”. Ben 15 quelle che invece registrano almeno “un’allerta di resilienza” mentre 6 ne riportano numerosi.
Entro la fine del 2023 il Covid (SARS-CoV-2) sarà equiparato ad un’influenza di stagione. Ad annunciarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità che fa sapere che entro la fine di questo anno il Coronavirus cesserà di essere considerato, a livello scientifico, “Emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale“ (cd. PHEIC dall’inglese Public Health Emergency of International Concern). Per la prima volta dal gennaio 2020 sarà equiparato ad un normale malanno stagionale.
Anche se la SARS-CoV-2 continua a conoscere una diffusione su larga scala, le campagne di vaccinazione, le molteplici recidive alla contrazione della malattia e le peculiarità della variante Omicron, che scaturisce sintomi più moderati rispetto alle precedenti, rendono ormai assai difficile infettarsi in modo grave.
Lo scorso 17 marzo, Michael Ryan, direttore esecutivo del Piano dell’OMS relativamente alle emergenze sanitarie, dichiarava “Stiamo arrivando al punto in cui potremo guardare al covid allo stesso modo in cui guardiamo all’influenza stagionale, ossia una minaccia alla salute, un virus che continuerà a uccidere, ma senza distruggere la nostra società e i sistemi sanitari”.
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha invece così commentato gli ultimi dati rilevati su scala mondiale: “Fa molto piacere vedere che, per la prima volta, il numero mensile di decessi settimanali riportati nelle ultime 4 settimane è stato inferiore rispetto a quando abbiamo usato per la prima volta la parola “pandemia”, tre anni fa”. Ha continuato “Sono fiducioso nel fatto che quest’anno saremo in grado di dire che l’era della covid come emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale è conclusa. Non siamo ancora arrivati a quel punto”.
In seno all’OMS è stata istituita un’apposita commissione con il compito di selezionare indicatori utili che permettano di decretare che la fase più preoccupante della pandemia sia volta al termine. Ad oggi però non si è ancora giunti ad una conclusione in merito. A preoccupare il fatto che vi siano ancora numerose parti del mondo ove la copertura vaccinale è scarsa – per non dire completamente assente – e dunque la diffusione del contagio è ancora elevata. Il pericolo è quello del propagarsi di nuove fatali varianti di Covid. Senza poter dimenticare dei soggetti ccdd. “fragili” ai quali non può essere somministrato il vaccino, e il cui stato di salute dipende unicamente dalla campagna di prevenzione.
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