Continua il monitoraggio settimanale della pandemia da Covid nel nostro paese. Il virus è ancora in circolazione e, in alcuni Regioni, comincia a farsi sentire più che in altre. Vediamo insieme cosa sta cambiando.
L’indice RT sta crescendo, in particolare in 4 regioni, tanto che queste sono state nuovamente classificate a “rischio alto”.
Era da un po’ di tempo che non sentivamo parlare di innalzamento di indice RT e, né, di regioni con rischi di trasmissione alti o medi. Eppure, forse complice anche il virus dell’influenza stagionale, in alcune zone d’Italia, lo scenario pare stia cambiando e peggiorando.
Ogni settimana, la cabina di regia del monitoraggio per il Covid dell’Istituto Superiore di Sanità, ci presenta il suo bollettino con i numeri del contagio. Per questa settimana, l’incidenza del contagio resta stabile, ma a salire è proprio l’indice RT. Il bollettino, pubblicato proprio oggi 24 febbraio, relativo alla settimana appena trascorsa e compresa fra il 17 ed il 23 febbraio, vede l’incidenza Covid salire.
E’ salita a 50 casi di contagio su 100mila abitanti rispetto ai 48 ogni 100mila della settimana scorsa. Dall’altro lato, invece, l’indice Rt si attesta 0,91, in crescita rispetto allo 0,85, comunque sempre sotto la soglia di attenzione dell’1.
Restando sempre sui dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, nei primi 15 giorni del mese di febbraio, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,91 ma con una forbice diversa tra le regioni, forbice che va da 0,84 a 1,01.
Sul fronte dei ricoveri ospedalieri le notizie sono abbastanza buone. Prosegue, infatti, l’andamento decrescente per quel che riguarda i ricoveri Covid nelle terapie intensive ed il tasso di occupazione letti in queste ultime è in calo al 1,3%, contro il precedete 1,6% del 16 febbraio. Per le restanti aree mediche, invece, il tasso di occupazione sale al 5,2%, rispetto al 5% della scorsa settimana.
A preoccupare, però, come dicevamo all’inizio, sono i dati di alcune Regioni che tornano a vedere per se stesse i vecchi nomi di “regioni a rischio alto”. Puglia, Basilicata, Marche e Liguria. Altre dieci sono a rischio moderato e sette classificate a rischio basso.
Ma in ogni singola zona d’Italia si registrano, ancora, differenti aree con allerta di resilienza. Quattordici Regioni riportano almeno una allerta di resilienza, altre sei regioni, invece, riportano molteplici allerte di resilienza.
Un rischio che non è ancora del tutto abbattuto definitivamente. La campagna vaccinale per la quarta dose, purtroppo, sembra andare a rilento, anche grazie a quelle che sono state le misure di allentamento approvate. Ma non si deve mai abbassare la guardia, perché si tratta di un virus capace di mutarsi e, lo si vede bene con le tante varianti che, ancora oggi, i ricercatori stanno individuando.
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