Il Covid sta continuando a girare: la pandemia non è affatto finita. Anzi, il virus si sta continuando a evolvere e così si stanno diffondendo nuove varianti. Quale sarà la dominante? Ce lo dice l’EMA.
Quando si parla del Covid non è possibile fare previsioni. I contagi di recente stavano ricominciando ad aumentare, e quindi pare che il pericolo non sia scampato: è prevista infatti una nuova ondata, ma questa volta a girare non sarà più la variante Omicron, ma saranno alcune sue sottovarianti. Anzi, nello specifico una pare essere destinata a diventare la dominante entro la fine dell’anno.
Cosa sta accadendo al Covid? Quello che è accaduto già in questi primi (quasi) mille giorni di pandemia: si sta evolvendo, sempre. E così, possiamo prepararci a dire addio alla variante Omicron – che ha girato per mesi e mesi e si è fatta conoscere soprattutto per la sua contagiosità – per accogliere invece una delle sue tante sottovarianti, ribattezzata Cerberus.
Ad avvisarci è l’Ema, che prevede già una nuova ondata, causata proprio dalle parenti prossime della variante che ci ha accompagnato in tutti questi mesi. La pandemia, insomma, non è affatto finita, a differenza di come molti pensano: il virus circola ancora e, per quanto possa sembrare meno spaventoso perché ormai la maggior parte della popolazione si è vaccinata, perché i sintomi sono diventati nella maggior parte dei casi meno gravi, perché le cure si sono evolute nel tempo, in realtà c’è eccome. Sta solo continuando a cambiare “forma”.
Come? Lo ha rivelato Marco Cavaleri, il responsabile della strategia vaccinale dell’Agenzia europea dei medicinali, che ha detto: “Oggi Omicron 4 e 5 sono ancora dominanti in Europa, ma nuove sottovarianti, nate da Omicron BA.2 e BA.5, stanno emergendo in diverse parti del mondo”.
Qual è la più diffusa ad oggi? Ecco la verità che ha rivelato l’EMA.
Tra le tante sottovarianti di Omicron ce n’è una che è stata già rinvenuta in ben 5 Paesi diversi (solo in Europa). Si chiama BQ.1 e si sta diffondendo velocissimamente insieme al suo sottolignaggio BQ.1.1. Proprio quest’ultimo è stato ribattezzato Cerberus: saranno loro a dominare nel mondo, probabilmente già a partire da novembre.
Il problema però è questo: il Covid è una malattia che fino a pochissimi anni fa era del tutto sconosciuta, quindi anche capire come si evolvono le varianti è assai complicato. Il dato rilevante è questo: ad oggi non possiamo sapere né quanto sarà trasmissibile Cerberus (abbiamo visto quanto lo è stato e lo è Omicron, ma non sappiamo ad oggi se lo sarà di più oppure di meno) e neanche se i sintomi che porterà saranno più gravi.
L’unica cosa che sappiamo è che, come ha confermato sempre lo stesso Cavaleri, questa “ha una capacità maggiore di sfuggire all’immunità conferita dalla vaccinazione o dall’infezione naturale, inclusa quella da Omicron, e di resistere agli anticorpi monoclonali attualmente disponibili”.
E non finisce qui, perché in effetti questa non è nemmeno l’unica sottovariante Omicron che sta girando per il mondo: in Asia, ad esempio, se ne sta diffondendo rapidamente una, la XBB – battezzata Gryphon sui social – che sta arrivando anche in Europa. Quest’ultima è in sostanza un ricombinante di Ba.2.10.1 e Ba.2.75 (Centaurus) e presenta 14 mutazioni aggiuntive nella proteina Spike di Ba.2.
Insomma appare ormai chiaro che quando si parla di Covid ancora oggi, dopo quasi 3 anni di pandemia, non abbiamo notizie certe: non possiamo sapere se, quando e come si evolverà, non possiamo prevedere nulla, non possiamo neanche essere sicuri della forma con cui il virus si presenterà con l’avvento della nuove varianti. Tutto ciò che possiamo fare, quindi, è cercare di proteggerci a prescindere il più possibile.
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