La battaglia contro la diffusione del Covid è ancora lunga, ma vincerla non è impossibile. Ma tutti dobbiamo esser vaccinati, anche i bambini. Nuovi studi, però, attestano che la stessa protezione data agli adulti, non sempre è valida ed efficace anche per i più piccoli.
C’è qualcosa che non va, secondo quanto previsto, nella fascia d’età che va dai 5 agli 11 anni. Scopriamo di cosa si tratta.
Proseguono gli studi circa i vaccini Covid, i loro aggiornamenti anche in base alle nuove varianti appena individuate, ma soprattutto continua lo studio per cercare di immunizzare quante più persone possibili, anche le fasce d’età più giovani. Il vaccino per i più piccoli, per l’età compresa fra i 5 e gli 11 anni quanto è valido ed efficace?
Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute ha osservato che, in questa fascia giovane, il vaccino è sì utile ma meno di quanto si pensasse. Lo studio, portato avanti osservando circa 1 milione di bambini, ha visto che la protezione data dal vaccino è stata moderata e, quindi, anche loro più piccoli, non hanno subito i gravi effetti del contagio e le sue conseguenze.
Davanti alla diffusione delle nuove varianti, in particolare la Omicron 1 (diffusasi, in particolare, nella prima parte di questo anno) i bambini non vaccinati sono stati quelli più colpiti (circa 426 ogni 100mila abitanti) e, di conseguenza, più bassa invece in quelli vaccinati con due dosi (234 ogni 100mila abitanti). Ciò che però fa riflettere è che, comunque, ci sono stati 644 casi di ospedalizzazione, con 2 decessi e 15 ricoveri urgenti in terapia intensiva.
La domanda quindi è: il vaccino è efficace, o no, come negli adulti? Partiamo dal presupposto che solo il vaccino Pfizer è stato usato nei più piccoli e, dallo studio effettuato, il grado di protezione vaccinale (meglio definito con il termine di “effettività”) è risultato più basso di quello che, invece, gli studi che hanno poi autorizzato la somministrazione del vaccino ai piccoli, ci si aspettava.
Il 29% della protezione contro l’infezione e il 41% contro, invece, la forma grave. Di fronte all’efficacia superiore al 90% che Pfizer aveva dichiarato anche per i soggetti più giovani (con un intervallo fra il 70 e il 99 % di credibilità).
Certo, i bambini non vaccinati sono stati quelli più colpiti rispetto, invece, a chi aveva una o, meglio ancora, due dosi. Con le varianti dominanti, i casi sono diminuiti nella prima parte dell’anno perché, comunque, in coloro che erano vaccinati, il siero ha dato e dimostrato la sua efficacia, anche se moderata.
I risultati sono diventati discrepanti (il che porto anche FDA ad approvare il vaccino Pfizer in modo, quasi, sofferto per i più giovani) nella fase 3 del trial clinico, che fu condotto soltanto su 2000 bambini.
Uno studio che, comunque, va ancora avanti e analizza sempre di più l’efficacia del vaccino anche per le fasce più giovani, per arrivare, quanto prima, ad una popolazione interamente vaccinata contro il Covid.
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