Tutte le Borse europee sono in caduta libera dopo il crollo in borsa della Credit Suisse. Milano è a -4% con un spread che arriva a toccare i 199 punti.
Le principali società quotate nelle borse europee registrano un calo del 2.7%, tutto è avvenuto dopo che Saudi National Bank ha escluso la possibilità di poter fornire un supporto finanziario per ulteriori richieste di liquidita. Saudi National Bank è il principale azionista della Credit Suisse.
Sono ore di panico quelle che si stanno vivendo nelle Borse di tutta Europa. A seguito delle dichiarazioni di Saudi National Bank, principale azionista della Credit Suisse. Quest’ultimo ha infatti reso noto che esclude la possibilità di poter fornire un supporto superiore alle richieste di liquidità.
Questa dichiarazione ha causato in primis il crollo della Credit Suisse in Borsa, dopo di che il crollo di tutte le Borse europee. Secondo i dati appresi le principali società quotate sono in perdita di un 2,7%.
Le perdite sembrano non fermarsi e le Borse in tutta Europa continuano la loro caduta libera. Le azioni della banca svizzera, a Zurigo, sono scese a 1,59 franchi perdendo un 28% del valore, mai visto un dato così basso.
Tutto ciò che ha coinvolto la Credit Suisse ha poi comportato una reazione a catena sulle altre banche registrando un calo pari al 6,2%. Tra i principali troviamo Parigi che perde il 3,4%, Madrid che perde il 3,7%, Francoforte che perde un 2,7% e infine Londra che perde il 2,3%.
Le banche Bnp Parisbas e Societe Generale perdono il 10%. Non si arresta la perdita neanche della Borsa di Milano dove Piazza Affari insieme a Ftse Mib perde un 4%.
A pesare maggiormente sulle perdite sono le preoccupazioni nate dopo le dichiarazioni sulla Credit Suisse da parte del maggior azionista, gli azionisti sauditi non sono disponibili ad effettuare un’iniezione di liquidità.
Questo causa un aumento anche dello spread ta Btp e Bund che arriva a toccare 199 punti, con un rendimento decennale che scende al 4.11%.
Nella Borsa di New York invece è in forte calo il Petrolio, dove le quotazioni arrivano a perdere il 4,8% cioè a 67,93 dollari al barile.
Secondo le ultime stime i certificati sull’insolvenza della Credit Suisse sono quasi arrivati a quota mille, che è considerata la quota critica che va ad indicare che c’è un serio pericolo per la continuità aziendale.
In un anno i certificati hanno raggiunto i 835,9 punti base, registrando questo dato nella sola giornata di ieri.
Il principale azionista della Credit Suisse ha reso noto che non intende offrire ulteriore assistenza alla banca svizzera a causa di diverse motivazioni, tra queste c’è la presenza di alcuni problemi normativi.
A riportare la notizia è Bloomberg Tv che ha intervistato Ammar Al Khudairy, il presidente della Banca nazionale saudita.
Quest’ultima è diventata la principale azionista lo scorso anno dopo aver acquistato una partecipazione pari al 9,9% dell’istituto di credito svizzero, ed ha così raggiunto il 37% che le ha permesso di divenire il maggior azionista.
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