Un anno terribile è stato questo 2022 per le criptovalute, in parte portato avanti anche dal fallimento della piattaforma FTX. Ma quali sono le vere cause di questo declino?
Il settore delle monete elettroniche, stando alle stime di alcuni studiosi del settore, avrebbe bisogno di ripensarsi e di rivalutare la sua vera funzione ed efficacia.
Il 2022 è un anno che chi maneggia criptovalute ricorderà per sempre. La prima di queste a crollare è stata, nella scorsa primavera, quella denominata “Terra Luna”, fino ad arrivare proprio al mese di novembre appena finito dove a tracollare definitivamente è stata la piattaforma FTX.
La FTX era la seconda piattaforma di criptovalute più grande ed importante al mondo e la sua debacle ha portato alla perdita, anche di miliardi di dollari, siano essi suddivisi in risparmi o investimenti. Ma come mai si è arrivati a tutto questo?
La primissima spiegazione è molto semplice: le criptovalute non danno più la stessa fiducia di prima agli investitori. Gli stessi temono di perdere i loro risparmi ed il loro soldi e sono in molti gli studiosi che stanno osservando e si domandano se mai si stia effettivamente avvicinando la fine di questo settore. In sostanza, siamo davanti ad un periodo di crisi più lungo del previsto.
Nel corso di questi anni, sono stati diversi i momenti di dissesto del mondo delle criptovalute: prezzi che salgono e scendono in modo repentino e interi patrimoni che svaniscono da un giorno all’altro. Tutto questo, in particolare nel 2022, è stato davvero disastroso.
Il fallimento della piattaforma FTX, gli studiosi, lo hanno definito “momento Lehman del settore” (nome che si riferisce al crollo della banca d’affari, nel 2008, “Lehman Brothers”, che ha provocato una crisi finanziaria globale).
Nel Vecchio Continente, invece, c’è una certa diffidenza verso il mondo delle criptovalute e la stessa Banca Centrale Europea ha definito, in un articolo, il bitcoin come un qualcosa di “artificiosamente sostenuto”, il suo valore gonfiato, ma che soprattutto “non dovrebbe essere legittimato dalle autorità di regolamentazione”, perché è molto simile al gioco d’azzardo.
Ma la domanda che più sorge spontanea è: cos’è la piattaforma FTX? Questa era la seconda al mondo sulla quale avvenivano scambi con criptovalute. Era stata fondata, e poi anche gestita, da Sam Bankman-Fried ed aveva la sua sede alle Bahamas.
Fino allo scorso mese di novembre, FTX era considerata, nel mondo delle criptovalute, una società matura, stabile e con un solido capitale alle spalle, tanto da esser riuscita a risollevarsi anche in periodo di gravi crisi, anche economiche.
Essa stessa aveva salvato altre varie società di criptovalute ed era considerata, da chi investiva in questo settore, come un’azienda responsabile che non aveva mai fatto scambi rischiosi a discapito suo o dei suoi clienti. Ma, in un momento particolare, qualcosa è andato storto. Il fondatore di FTX aveva anche dato avvio ad una società di trading di criptovalute, chiamata “Alameda Research”.
Ed è stata proprio la Alameda che, in un momento di scarsa liquidità, stando alle indagini, ha attinto ai fondi e ai risparmi dei clienti di FTX. Si è venuto così, a creare un buco di circa 8 miliardi di dollari. Da lì, poi, a novembre, l’innesco della crisi di fiducia nei confronti proprio di FTX, il ritiro del denaro da parte degli investitori, ed il lento ed inesorabile declino.
La società ha dovuto, così, bloccare le richieste di conversione denaro perché non riusciva a farvi più fronte. La sua bancarotta è stata, quindi, inevitabile.
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