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Economia

Crisi aziende tech: dopo Google e Meta, anche Spotify pronta ai licenziamenti

Il settore del tech, quello che negli ultimi periodi aveva avuto degli sviluppi fenomenali, sembra esser quasi entrato in crisi.

Spotify licenzia personale- Nanopress.it

Dopo i tanti licenziamenti effettuati da Google e Meta, ora è giunto anche il momento di Spotify.

Il difficile periodo che vive il settore tech

Una situazione che tutti stenterebbero a credere, eppure si tratta di realtà. Il settore del tech sta versando in un periodo molto complesso e difficile.

Grandi aziende sono arrivate a dover prendere la situazione in mano, attraverso dei licenziamenti, proprio perché si respira aria di crisi.

L’ultima piattaforma che sta facendo i conti con dei licenziamenti è Spotify. È arrivato un annuncio molto importante inerente a questa azienda, ovvero che i suoi circa 9.800 dipendenti subiranno una riduzione del 6%.

La notizia è stata comunicata attraverso un messaggio del Ceo Daniel Ek, il quale ha dichiarato: “Nel tentativo di generare più efficienza, controllo dei costi e accelerare i processi decisionali, ho deciso di ristrutturare la nostra organizzazione. Sono stato troppo ambizioso a investire oltre la nostra crescita dei ricavi. Sarebbe stato insostenibile nel lungo termine in qualsiasi circostanza, ma in questo contesto sfidante chiudere il gap sarebbe ancora più difficile”.

Spotify è solo una delle aziende appartenenti alla lunga lista che hanno deciso di ricorrere alla riduzione del personale.

La holding di Google, Alphabet, proprio recentemente ha annunciato di effettuare un taglio di lavoratori, con un numero di addirittura 12 mila dipendenti.

La stessa notizia è stata confermata anche da Microsoft, che entro marzo effettuerà un taglio del 5%, facendo a meno di ben 10mila lavoratori.

non manca poi l’annuncio di Salesforce, un gruppo americano che opera nel settore del cloud computing la cui sede è radicata nella città di San Francisco.

Non sono passate molte settimane da quando l’azienda ha reso pubblica la decisione di licenziare ben 8 mila dipendenti, ossia il 10% del proprio gruppo di lavoro.

La notizia peggiore è arrivata dall’azienda Twitter, da poco acquisita da Elon Musk.

La società ha addirittura annunciato di poter fare benissimo a meno della metà dei suoi lavoratori, facendo un taglio netto ai dipendenti.

Elon Musk- Nanopress.it

Nonostante ciò, il proprietario ha poi fatto un passo indietro ed ha di nuovo assunto alcuni dei suoi dipendenti, alcune mandati via per sbaglio, altre perché necessarie per portare a termine i progetti di Musk.

Anche Meta segue le stesse orme di Twitter. Stiamo parlando proprio di quella società si cui fanno parte anche Facebook e Instagram, la quale, durante i mesi passati, ha affermato di essere pronta a licenziare 11 mila dipendenti. 

Una decisione sofferta al punto che lo stesso Mark Zuckerberg ha affermato: “È un momento triste”.

Milioni di dipendenti mandati a casa

Insomma a causa della crisi di queste società appartenenti al settore tech, molte persone si sono trovate, in un attimo, senza più un posto di lavoro.

Basti pensare che l’annuncio del taglio del personale è arrivato anche da Snapchat.

Senza dimenticare anche Amazon, che ha lasciato a casa circa 18mila dipendenti su un personale composto da 1,5 milioni di dipendenti a livello globale.

Ma per quale motivo il settore tech vive questa difficoltà così grande?

La risposta giunge proprio da lui, Mark Zuckerberg. In quel periodo che va dal 2020 al 2021, il settore tech ha visto un’esplosione di assunzioni proprio a causa dell’enorme crescita nel periodo del Covid.

E’ questo infatti un periodo in cui il settore tech è cresciuto a dismisura. Qualcosa però non è andato per il verso giusto. In base a ciò che è possibile leggere su Ansa, i calcoli non sono stati del tutto corretti.

Infatti, all’inizio della pandemia, come afferma Zuckerberg “mondo si è rapidamente spostato online e la crescita dell’e-commerce si è tradotta in un’accelerazione dei ricavi. Molti avevano previsto che si sarebbe trattato di un’accelerazione permanente che sarebbe continuata. Fra questi anche io, e così ho deciso di aumentare significativamente gli investimenti. Sfortunatamente non è andata come avevo previsto”.

Cosa è accaduto alla fine della pandemia

Durante il periodo della pandemia, tanti imprenditori avevano deciso di investire il proprio denaro con la speranza che le proprie aziende potessero avere una crescita effettiva.

Inizialmente questo era avvenuto, ma con il termine della pandemia e con il ritorno alla normalità, la situazione è cambiata nuovamente.

Nono solo la fine dell’emergenza sanitaria, ma anche l’inflazione e la guerra tra Russia e Ucraina, senza dimenticare il fatto che il settore tech è uno dei più competitivi sul mercato.

Un insieme di cose a cui si aggiunge alche il crollo dei titoli di Wall Street che nel 2022 hanno registrato una perdita del 70%.

Una problematica con cui non sta facendo i conti solo Meta ma anche le altre aziende appartenetti a questo settore. 

Non mancano poi le conseguenze indirette della recessione che ormai è dietro l’angolo.

Si parla di una diminuzione delle entrate pubblicitarie, una delle fonti principale di questo settore.

TikTok- Nanopress.it

Infatti, in base a ciò che è pubblicato su il Post, la stessa TikTok è stata costretta a rivedere gli obietti da raggiungere per quanto riguarda i guadagni, scendendo a 2 miliardi di dollari. 

Per questo motivo le aziende si sono ritrovate a dover fare i conti con la riduzione del personale per poter preservare quanto più possibile il proprio investimento.

Marina Nardone

Sono Marina Nardone, nata nel 1992 e diplomata al liceo classico. Amo la scrittura anche se il mio cuore è occupato da un'altra passione, quella per l'uncinetto con cui creo dei piccoli capolavori. Su Nanopress.it mi occupo di economia.

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