Il peso economico di un’eventuale crisi di Governo, in caso di caduta di Draghi e di ritorno anticipato alle urne. I possibili scenari nel contesto della crisi internazionale.
Il Movimento Cinque Stelle non voterà la fiducia sul Decreto Aiuti, mentre il Senato ha posto la fiducia al Governo. In caso di crisi però, gli scenari dal punto di vista economico non sono affatto rassicuranti. Quanto ci costerebbe una caduta del Governo Draghi? I possibili risvolti di una situazione già compromessa sul fronte interno e quello internazionale.
Governo, la crisi graverebbe sull’economia nazionale e internazionale
Il Governo ha posto la fiducia al Senato sul Dl Aiuti. Le prossime ore, dopo il voto, saranno fondamentali per capire quale strada veramente prenderà il Governo Draghi.
Il primo Ministro, che ha l’appoggio di Mattarella, in ogni caso non può ancora dormire sogni tranquilli, visti gli scontri delle ultime settimane con Giuseppe Conte. Il neo leader del Movimento infatti ha fatto sapere che i Cinque Stelle non voteranno il Decreto Aiuti in Senato.
La caduta dell’attuale legislazione porterebbe, oltre a un’ulteriore crisi di governabilità che va avanti ormai da più di 4 anni, molto probabilmente anche dei danni dal punto di vista economico.
E’ francamente innegabile che ritorno alle urne – dettata dall’eventuale crisi di governo – avrebbe un costo economico importante.
E nonostante le elezioni anticipate farebbero comodo a diversi partiti politici, gli scenari in caso di caduta di Draghi sarebbero preoccupanti considerando soprattutto i contesti di crisi internazionale.
Guerra in Ucraina, inflazione alle stelle, carenza di materie prime ed energia, senza dimenticare il recente stop alla forniture di gas dalla Russia. Un’attività economica che per forza di cose dovrebbe rallentare, probabilmente anche a fronte di un’ennesima impennata dei contagi da Covid.
Ma un Paese già pienamente indebitato, può realmente permettersi una crisi? In questo momento con le elezioni anticipate, il Governo avrebbe margini molto ristretti di manovra nel fronteggiare i marcati.
La politica economica nazionale si arresterebbe su salari minimi, sui provvedimenti contro il caro bollette, il caro energia, il taglio del cuneo fiscale.
Ne è sicuro Luigi Di Maio, che alla possibilità di un Palazzo Chigi senza Draghi ha risposto: “Salteranno i fondi del Pnrr, si va in esercizio provvisorio“.
Secondo il ministro degli Esteri inoltre, si andrebbe incontro a un indebolimento dell’Italia ai tavoli internazionali, e verrebbe meno la battaglia al tetto massimo al prezzo del gas in Unione Europea.
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