Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato le sue dimissioni a Sergio Mattarella: ora sono tante le domande che tutti si pongono, cosa succederà nel prossimo futuro?
Una crisi di governo che molti si aspettavano: Mario Draghi, ieri 14 luglio, ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, al momento, non le ha accettate.
Tutto rimandato al 20 luglio, quindi, quando Draghi si presenterà in Parlamento per discutere le sue motivazioni. Cosa succederà quindi al nostro governo?
Mario Draghi verso le dimissioni: è crisi al governo
Mario Draghi, ieri 14 luglio 2022, ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Consiglio, presentando la richiesta al Presidente della Repubblica Mattarella.
Il Presidente, però, le ha respinte, rimandando tutto a mercoledì 20 luglio, quando Draghi dovrà presentarsi in Parlamento. Qui, spiegherà le ragioni che lo hanno portato a questa scelta, cercando di capire se la sua decisione sia altamente irremovibile.
In caso contrario, sarà la volta dei partiti che dovranno decidere se rinnovare o meno il suo mandato.
Se Draghi otterrà l’appoggio del Movimento 5 Stelle, ma anche senza, allora la crisi di governo potrà essere scongiurata.
Ma il Presidente del Consiglio potrebbe anche comunicare che la sua decisione è irrevocabile, salendo ancora una volta al Quirinale.
A quel punto sarà la volta di Mattarella, che dovrà decidere se conferire un nuovo incarico oppure sciogliere le Camere e andare al voto.
Cosa succederà ora in Italia?
Se Mattarella dovesse decidere di conferire un nuovo incarico, delegherà i Presidenti di Camera e Senato, ovvero Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, di esaminare insieme ai partiti se sarà possibile formare un nuovo governo.
Ovviamente, la scelta dovrà essere riferita a un governo che porti la legislatura alla sua naturale scadenza prevista per marzo 2023, data di fine del governo Draghi.
Se però tutto questo non sarà possibile, Sergio Mattarella scioglierà le Camere e il popolo sarebbe chiamato a votare per la formazione di un nuovo governo.