L’esecutivo di Giuseppe Conte potrebbe avere le ore contate, esattamente quelle che ci dividono dalla discussione sul recovery plan programmata durante il prossimo Consiglio dei ministri. La crisi di governo di cui si parla da settimane potrebbe essere giunta ad un punto di rottura, nonostante i tentativi del Premier di mantenere l’unità con Italia Viva.
Già ieri i ministri avevano ricevuto da Palazzo Chigi una bozza di testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quello che in queste ore la ministra Bellanova e gli altri esponenti Iv stanno esaminando.
La stessa ministra Teresa Bellanova nelle scorse ore aveva dichiarato che solo dopo aver letto la bozza avrebbe potuto valutare la situazione, che in realtà sembrerebbe già scritta. La bozza, infatti, conterrebbe tutte le richieste avanzate da Italia Viva, ma per Matteo Renzi questo potrebbe non bastare.
“Non ci siamo proprio, latita il merito, latita il metodo“, ha sottolineato Bellanova, che giudica il recovery plan “uno dei punti dirimenti. Ma non è l’unico. Son troppi i nodi irrisolti accumulati“.
I nodi di cui parla Bellanova sarebbe, tra gli altri, il Mes, il Reddito di Cittadinanza, lo sblocco dei cantieri, la delega ai servizi segreti e la comunicazione di Palazzo Chigi: “Il portavoce del premier minaccia di asfaltarci…Conte non può fare e disfare a suo comodo. Il punto non è personale, ma politico. Ci sono tavoli da cui a un certo punto bisogna alzarsi se si è di troppo“, ha detto.
Se la crisi di governo dovesse realizzarsi, l’esecutivo si dovrà preparare ad un rimpasto che vedrebbe alcuni dei massimi esponenti di Iv ai vertici, tra questi anche Maria Elena Boschi.
Quest’ultima su Twitter ha anche speso qualche parola in merito. Secondo le voci, infatti, Boschi potrebbe ottenere una delega ai Trasporti o al Lavoro, ma lei contrattacca: “Anche oggi polemiche su di me. Italia Viva ha chiesto al Governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5 stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi“.
Il governo Conte II, comunque, deve sperare nell’attivazione del Mes, che potrebbe convincere i renziani a non abbandonare la barca. Il capogruppo renziano al Senato, Davide Faraone, ha infatti dichiarato: “Non possiamo dover scegliere chi curare e chi no: se la linea guida del piano pandemico è questa allora continueremo a chiedere con forza il Mes. Non certo come condizione per uscire dalla maggioranza ma con la volontà di convincerla a utilizzare i 37 miliardi dei fondi europei che, lo ricordo, ci costano meno del Recovery“.
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