Se qualcuno pensava che la crisi di Governo si sarebbe risolta con il voto in Senato si sbagliava. Dopo le dimissioni di Italia Viva e una fiducia definita a più riprese risicata, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prepara ad affrontare una settimana decisiva per il suo esecutivo.
Tra mercoledì e giovedì il ministro Alfonso Bonafede presenterà la relazione annuale sulla Giustizia, questa volta però i voti in Senato potrebbero non essere sufficienti. Nei corridoi di Palazzo Chigi si vociferano le dimissioni del premier Conte prima del voto, così da poter puntare ad un reincarico con una nuova maggioranza (forse con Forza Italia).
Fonti parlamentari della maggioranza parlano di una salita al Quirinale già oggi di Giuseppe Conte per conferire con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dal momento che l’alternativa sarebbe quella di giocare un all in al Senato, l’alternativa sul tavolo sarebbe proprio quella delle dimissioni. In questo secondo scenario, il premier potrebbe puntare ad un Conte-ter.
Tra i sostenitori delle dimissioni e la formazione di un nuovo esecutivo, forte di una maggioranza stabile, c’è il Partito Democratico. Movimento 5 Stelle e Pd, che questa sera alle 21 dovrebbero riunire i propri parlamentari con Vito Crimini, hanno riaffermato il ruolo “imprescindibile” del premier, mettendolo in guardia dall’azzardo di presentarsi davanti all’aula del Senato con la relazione sulla Giustizia di Bonafede.
“Ascolteremo Bonafede, ma sarà difficile votare diversamente da un no, perché aspettiamo ancora il tavolo promesso dal Guardasigilli sui temi della giustizia, che non è stato mai fatto“, ha spiegato a La 7 l’ex ministra Iv Teresa Bellanova.
Italia Viva, infatti, attende la giornata di domani per riunirsi col leader del partito Matteo Renzi e impostare una linea sul tema della relazione di Bonafede.
Certo è che il Conte-ter sarebbe un “patto tra gentiluomini”: “Non capisco come possano uscire i voti col Conte ter se non ci sono stati con il Conte bis“, ha infatti domandato la senatrice di Liberi e Uguali Loredanza De Petris.
Le dimissioni al Quirinale garantirebbero un superamento formale della crisi di governo, al quale le forze di maggioranza sembrano favorevoli, ma resta il fatto che in Senato il premier Conte non aveva ottenuto altro che una maggioranza semplice.
Perché, quindi si dovrebbe dimettere formalmente Conte? Per poter aprire un tavolo di dialogo con le forze di maggioranza, tra le quali figurano sia Italia Viva, che il centro.
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