Il governo italiano continua a muoversi sul fronte libico, considerato di fondamentale importanza per il Paese. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha infatti incontrato ad Ankara il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, con il quale si è confrontato proprio sulla delicata questione della crisi libica. Al termine dell’incontro il presidente Conte ha parlato in conferenza stampa: “Abbiamo condiviso con il presidente Erdogan l’urgente necessità di porre fine all’escalation sul terreno per garantire un cessate il fuoco duraturo. L’iniziativa turco-russa va in questa direzione e auspico che rappresenti una concreta finestra di opportunità per ridare slancio al confronto pacifico sotto l’egida dell’Onu” ha sottolineato.
L’obiettivo, continua Conte, deve essere quello di favorire i negoziati avviati a Mosca con le delegazioni libiche, chiamate a sottoscrivere una tregua: “Dobbiamo lavorare tutti per questo obiettivo comune, in modo coordinato, scambiandoci informazioni, per assicurare un risultato duraturo. Il cessate il fuoco può risultare una misura molto precaria se non inserita in un più ampio e collettivo sforzo della comunità internazionale volto a garantire unità, stabilità e sovranità alla Libia”. Dello stesso avviso è anche il presidente turco Erdogan: “Mi auguro che si arrivi al più presto al cessate il fuoco permanente in Libia” sono state le sue parole.
Crisi libica: gli interessi dell’Italia in Libia
L’obiettivo del governo italiano è dunque quello di arrivare al più presto ad una pacificazione e ad una stabilizzazione del paese nordafricano, dove l’Italia conta diversi interessi strategici, soprattutto di natura economica ed energetica: dalla Libia, dove l’Italia negli anni ha investito ingenti quantità di denaro per la costruzione di impianti energetici, in primis quelli di Eni, arrivano ogni giorno nel nostro paese grandi quantità di gas e petrolio. C’è poi anche la questione immigrazione tra i fattori che impongono all’Italia un ruolo di primo piano in Libia. Con l’avvio della crisi libica nel 2011, in seguito al rovesciamento del regime di Gheddafi e la conseguente destabilizzazione del paese, i governi italiani si sono infatti ritrovati a dover affrontare un consistente aumento dei flussi migratori verso il nostro paese. La stabilizzazione della Libia e dunque la presenza di uno Stato in grado di controllare il proprio territorio sono perciò di fondamentale importanza in vista di un contenimento degli sbarchi e di un’efficace lotta ai trafficanti di essere umani.