Cristiana Capotondi ai giurati del Giffoni Film Festival 2017 sottolinea l’importanza di (saper) essere donna. L’attrice, reduce dal successo di Di padre in figlia – è stata Maria Teresa Franza, una ‘pacifica rivoluzionaria’ dell’emancipazione femminile – e Io ci sono (la coraggiosa storia dell’avvocata Lucia Annibali), ha ricevuto il Giffoni Experience Award, un premio accettato con un ‘Chi ha creato questo Festival (Claudio Gubitosi, ndr) è un Padreterno‘.
‘È importante saper raccontare la donna oggi, oltre la rabbia, oltre i luoghi comuni con la grammatica della leggerezza, della solarità, della sensibilità e dell’intuito‘. Parola di Cristiana Capotondi al Giffoni 2017: l’attrice, ai giurati, ha spiegato cosa significa essere donna, in particolare saper essere educatrici di figli maschi, sorelle di fratelli maschi, compagne di uomini e amica di amici maschi.
Cristiana Capotondi: ‘Cinema e tv raccontino storie che scuotano le coscienze’
Un ruolo complesso, dunque, che deve essere raccontato a trecentosessanta gradi e in tutte le sue sfaccettature. Intervistata dai giovani giurati del Giffoni 2017, Capotondi parla dell’importanza della condivisione, dello scambio e del confronto, dell’importanza del cinema e della televisione nel raccontare storie che scuotano le coscienze.
Cristiana Capotondi: ‘Si riporti tutto al centro dell’uomo’
Per questo, dopo Di padre in figlia e Io ci sono, Capotondi ha rivelato che, insieme a Marco Tullio Giordana, sta girando Nome di donna, la storia di Nina, una donna che si trasferisce con la figlia in un paesino della Lombardia. Qui troverà un impiego in una prestigiosa clinica privata insieme ad altre donne, italiane e straniere, unite dall’essere donna… e da un segreto.
In attesa di vederla all’opera nel nuovo film, Capotondi ha spiegato che dai ruoli che ha interpretato ha preso sempre qualcosa, come il desiderio, la necessità di battersi per le cose a cui si tiene, il difendere le cose e i valori in cui si crede. ‘Deve essere tutto riportato al centro dell’uomo, non siamo nelle macchine – ha concluso, poi l’invito ai ragazzi – studiate, allargatevi ma fate in modo che il centro torni a essere il nostro Paese‘.