Il ‘cantautore degli ultimi’, il ‘poeta degli emarginati’, è così che spesso viene definito Fabrizio De André e oggi l’Italia lo ricorda a 20 anni dalla sua scomparsa. Lo fa anche il figlio Cristiano che sta portando le canzoni del padre in giro per il mondo. Tra i fan di Fabrizio De André anche l’attuale Ministro degli Interni, Matteo Salvini le cui azioni e le cui idee potrebbero sembrare molto lontane dalle canzoni scritte dal grande Faber.
‘Matteo Salvini è un grosso fan di mio padre, un fan storico. Ci eravamo anche incontrati. E questo mi fa ben sperare, me lo auguro e mi rincuora perché chi è un fan di mio padre non credo possa fare grandi danni. Non so se ha capito tutto di mio padre, ma da una parte mi auguro che qualche cosa gli sia entrato’, lo ha detto Cristiano De André all’Agi.
Cristiano De André: ‘I governi precedenti ci hanno lasciato tanta spazzatura’
Il leader della Lega si è sempre definito un grande ammiratore dell’opera di Faber e non sono pochi i fan del grande poeta e cantautore genovese che storcono il naso all’idea che Salvini sia un ascoltatore assiduo della musica di De Andrè.
Il primogenito del cantante scomparso l’11 giugno 1999 non è dello stesso parere e si mostra parzialmente fiducioso nell’attuale esecutivo, ma non del tutto convinto. ‘I governi precedenti ci hanno lasciato tanta di quella spazzatura che una persona con un minimo di decisione in più rispetto a chi governava prima è più ben accetta rispetto a chi non faceva niente. Ma credo che rimanga lì e non possa sfociare in qualcosa di più deleterio’.
Nato dal matrimonio tra Fabrizio De André e Enrica Rignon, Cristiano sta per portare la musica di Faber in tutto il mondo. Il tour, ‘De André canta De André’, partirà da Genova il prossimo 15 gennaio. ‘Portare una grande poesia, una grande cultura, una grande arte come la sua non può che fare bene a molte persone che forse non lo conoscevano e attraverso arrangiamenti nuovi si sono avvicinati a lui e portare la sua parola in giro credo sia una buona missione’, ha aggiunto.
‘Rinfrescare il bisogno della disaffezione al potere’, questo il desiderio di Cristiano De André un obiettivo che vorrebbe ottenere portando in tournée il disco ‘Storia di un impiegato’ che parla dei moti del ’68. ‘Il sogno pacifista è rimasto, chi spera in un mondo migliore c’è sempre’, ha spiegato.
Il figlio del grande Faber è convinto che l’Italia non sia così ‘stupida’ da tornare ai ‘fantasmi di un tempo’ e che dunque lo pseudo-razzismo di cui si parla oggi avrà vita breve.
‘Il capitalismo ci ha allontanato dal dolore degli altri, dalla carità verso il prossimo quindi, come diceva mio padre, il dolore degli altri è sempre un dolore a metà. Speriamo che non scenda da quella soglia’, ha aggiunto Cristiano De André.