Cristiano Ronaldo è a un bivio decisivo della sua carriera. Da free agent, il campione portoghese è libero di scegliere la sua prossima destinazione e ancora nessun accordo è stato chiuso in via definitiva con nessun club, visto che ancora di firme sui contratti non ce ne stanno. Intanto, si parla sempre di più, in Spagna e non solo, dell’accordo che potrebbe portare uno dei calciatori più forti della storia in Arabia Saudita. L’offerta è ricca, ricchissima, probabilmente irraggiungibile per qualsiasi club europeo, che comunque non sembra avere alcuna intenzione di farsi avanti, almeno per il momento. Finora, si era parlato di 200 milioni l’anno tra ingaggio e introiti relativi gli sponsor. Una cifra che potrebbe anche raddoppiare se Ronaldo diventasse ambasciatore per i Mondiali del 2030. La competizione in Qatar si è appena conclusa, ma è già ora di guardare oltre.
Se si acquista Cristiano Ronaldo non si può parlare solo di pallone, di campo, dei gol – tantissimi – che il ragazzo di Madeira è riuscito a realizzare in carriera. È anche inutile parlare di tattica, perché uno così si mette solo in campo e poi ci pensa lui. O almeno così era fino a qualche anno fa e così sarebbe in Arabia Saudita. Stavolta, però, entra in gioco molto altro: tocca metterci la faccia e mettercela pure per anni, in cambio di denaro sì, tantissimo denaro. Ma vorrebbe dire anche tanto altro, sulla scia di sportwashing, Mondiale in Qatar e politica nello sport, che forma un tutt’uno talmente stretto con gli eventi da non poter più riconoscere qual è l’una e qual è l’altra. La storia di Ronaldo, però, non dimentichiamolo, è una storia che arriva da lontano, dal nulla. E si è poi nutrita con la dedizione, il talento, quell’istinto incontrollabile che porta a essere i numeri uno e mai dietro a nessuno. Anche se si vive nella stessa epoca di Lionel Messi. E l’Al-Nassr in tutto ciò come si inserisce? Cerchiamo di capirlo, analizzando l’ultima offertona – che è anche riduttivo chiamare così – dall’Arabia Saudita e che potrebbe sconvolgere gli equilibri del calcio intero.
Se si parla di calcio e si parla di campioni, prima o poi il nome di Cristiano Ronaldo spunta e neanche troppo tardi. Sì perché, a prescindere dal partito di cui si faccia parte, dalle rivalità e dalle simpatie tecniche e umane che si possano avere dall’una o dall’altra parte, nell’ultimo ventennio o quasi, CR7 ha scritto delle pagine importanti di storia e l’ha fatto con i Palloni d’Oro portati a casa, con l’enorme numero di gol realizzati e ancora con un talento raro e tutto suo che per anni ha alimentato con una dedizione fisica e una preparazione incredibili che non si limitano solo agli allenamenti o all’alimentazione, ma alla vita dello sportivo a 360 gradi.
Per molti, e non ci sarebbe neanche bisogno di specificarlo, l’ex Real Madrid è diventato un modello da seguire e poi un’icona, di quelle che non svaniscono neppure con le scelte sbagliate della vita. Gli ultimi anni di calcio e calciomercato, però, sembrano aver cambiato paradossalmente questa visione delle cose. Come è anche normale che sia, perché neanche Ronaldo è una macchina ma un atleta nelle sue forze e nelle sue debolezze, la magia che ha caratterizzato CR7 in molti anni della sua carriera si è un po’ sbiadita, lasciando spazio a un calciatore con caratteristiche diverse. Non il dribblomane che ama scartare e talvolta irridere gli avversari, ma piuttosto un bomber atipico con il killer instinct del numero nove e la devozione dell’esterno d’attacco che ama assalire la porta.
Il punto è che, sotto il profilo tattico, il fenomeno di Madeira è diventato sempre più difficile da leggere e collocare. Se ne sono accorti già alla Juventus, dove i gol non sono assolutamente mancati, ma in molti l’hanno messo nel mirino per il disinteresse nella fase difensiva e prima ancora per l’incapacità, secondo alcuni, di inserirsi negli schemi offensivi della squadra. Forse anche per questo, oltre che per i parametri economici, l’addio alla Vecchia Signora non è stato vissuto come una tragedia sportiva dai tifosi del club torinesi. E già allora non è stato così semplice trovargli una collocazione.
Infatti, dopo mesi di mal di pancia e tram tram mediatico, le offerte sono arrivate soltanto da Manchester e dalle sue industrie. Sembrava volesse puntarci il Manchester City e, invece, con un colpo di coda piuttosto romantico l’ha spuntata negli ultimi giorni di mercato lo United. E probabilmente dopo non molto se ne sono pure pentiti. Sì, perché l’apporto dell’attaccante portoghese è stato completamente diverso rispetto a quello della sua prima esperienza con i Red Devils. Quel Ronaldo incontenibile, devastante, decisivo era solo un ricordo da Hall of Fame, mentre il portoghese versione 2021 sembrava più che altro un problema per l’alone che si portava con sé, piuttosto che un valore costituente e aggiunto.
Le cose sono anche peggiorate nel suo secondo anno dal ritorno a Manchester. Il progetto di Erik ten Hag è andato semplicemente nella direzione opposta rispetto a quello che CR7 era in grado di dare. E ben presto, dopo un’estate a spintoni che non ha portato a nessuno addio nonostante avrebbe fatto comodo a entrambe le parti in causa, ne hanno pagato le conseguenze. La rottura è arrivata dopo una serie di panchine e di esclusioni eccellenti, senza poter lasciare il segno e ben presto il clima è diventato invivibile. A novembre, la separazione è stata inevitabile, macchiando anche la bellissima storia che aveva legato, in tempi ben diversi, Ronaldo e lo United.
La rescissione del contratto ha portato CR7 a giocare il Mondiale in Qatar da free agent e anche lì, nel suo Portogallo, il trattamento non è stato tanto diverso a quello riservato in Premier League. Le offerte intanto non hanno iniziato a fioccare, anzi le piste man mano hanno iniziato a svanire, soprattutto quelle che contano di più, che porterebbero Ronaldo a lottare ancora per la vittoria della Champions League. Che è il suo più grande obiettivo.
Dalla nebbia, invece, è spuntato solo l’Al-Nassr, in Arabia Saudita con tutti i pro e i contro del caso. E tra i pro, inutile nasconderlo, c’è soprattutto o solo la parte economica. Cifre pazzesche e un progetto che va assolutamente oltre il campo da gioco, diventa molto di più una questione di simboli e di icone, di voler entrare a piè pari nel calcio vero, quello da seguire, sulla scia di quanto fatto dal Qatar negli ultimi mesi. Le notizie delle ultime ore vanno proprio in quella direzione e potrebbero dare l’ultima spinta per convincere CR7 a pronunciare il sì definitivo, quello che porta alla firma.
Ronaldo ha il profilo su Instagram più seguito al mondo, al suo futuro post calcio ci ha già pensato e l’ha fatto come imprenditore, molto più che come allenatore o per un qualche ruolo dirigenziale che, appena appese le scarpe al chiodo, non sarebbe affatto adatto a sostenere. E allora, per uno che già nella sua carriera ha già guadagnato tantissimo, ha davvero senso non tentare di strappare un’ultima occasione nel calcio europeo dalla porta principale anziché sbarcare in Arabia Saudita proprio nei suoi ultimi anni sul campo?
I tifosi, i suoi tifosi sicuramente hanno già la loro risposta ed è no, che non ha senso tutto ciò. Dall’altra parte, però, tocca fare i conti con una serie di fattori fondamentali, che non possono essere affatto ignorati nell’analisi complessiva del calciatore e dell’uomo. Innanzitutto, la mancanza della cosa fondamentale, delle offerte dai top club più prestigiosi. E proprio in quello spazio si è inserito l’Al-Nassr con una proposta strepitosa che ora vi riepiloghiamo.
Da settimane è sul piatto la proposta da 200 milioni l’anno, un’enormità anche per il calcio dei ricconi, che in due anni e mezzo di contratto fanno mezzo miliardo in totale. Cifra che è comprensiva dell’ingaggio in sé e per sé e poi anche degli introiti relativi le sponsorizzazioni. A questo, si è aggiunto, secondo quanto hanno scritto in Spagna e hanno riportato su Gazzetta.it, un ricchissimo piano per il dopo. A Ronaldo verrebbe corrisposto un altro mezzo miliardo, e così fa un miliardo completo e tondo tondo, per il ruolo di testimonial per l’assegnazione del Mondiale all’Arabia Saudita nel 2030.
Il progetto, dunque, è più ampio e ha una portata anche politica, molto politica. Si inserisce, infatti, nella volontà di entrare nel calcio che interessa, quello dei grandi, di ritagliarsi a suon di banconote, stelle, competizioni e uomini immagine un posto nell’Olimpo del calcio mondiale.
Alla fine voi, al posto di Cristiano Ronaldo, sareste così decisi nel dire di no? O semplicemente iniziereste a tergiversare per tentare di prendere semplicemente la decisione più giusta possibile? La scelta finale comunque spetta a lui e per un pluripallone d’oro, più volte campione d’Europa e per un talento di proporzioni straordinarie, con quell’agente lì, non potrà che essere la migliore possibile. In molti, però, si stanno letteralmente scatenando sui social network, mettendosi loro nei panni del fenomeno con il sette sulle spalle e dando la loro opinione sulla trattativa e su tutto ciò che la riguarda. In molti si soffermano anche solo sulla cifra sul piatto, senza pensare troppo al resto.
“Scelte sbagliate”, scrive un utente, senza neanche starci lì tanto a pensare. Sì, perché la sensazione che resta e non si cancella è che veramente resti poco da rifletterci su quanto il calciomercato abbia inciso sul destino di Ronaldo e sulla sua carriera. Sì perché è vero che gli anni passano per tutti, anche per i talenti veri e anche per lui, ma allo stesso tempo la gestione tecnica dell’attaccante non è sembrata esattamente delle migliori. Forse bisognerebbe solo accettarlo, accettare che anche le ere dei più grandi, dei Cristiano Ronaldo finiscono e bisogna guardare a tutto il nuovo che potrebbe emergere dopo.
Forse non c’è solo una scelta giusta e una scelta sbagliata, probabilmente ci sono anche le scelte obbligate, di quelle che devi prendere per forza di cose e guardando il bicchiere mezzo pieno. Forse l’Al-Nassr, con il passare dei giorni, sta diventando esattamente questo per Cristiano Ronaldo, in attesa delle firme che diventano presto delle analisi più approfondite. E, quindi, ora come ora, non vedere più CR7 imbronciato in panchina sarebbe già una vittoria. E rivederlo esultare ogni settimana alla sua maniera pure. Che è la gioia di chi il campione l’ha seguito e amato, non solo di chi spera di farlo tornare indietro. Come se esistesse una macchina del tempo che nessuno può davvero attivare per ridarci un altro fenomeno del genere. Perché il portoghese, diciamola tutta, è semplicemente unico e insostituibile, anche adesso.
Comunque vada a finire, chi ama il calcio non può che augurargli un sincero in bocca al lupo e che le cose vadano al meglio possibile. Da testimonial di un calcio che ora non esiste, da attaccante meraviglioso o semplicemente da imprenditore: Ronaldo ha dato talmente tanto al calcio che conta che continueremo comunque a guardarlo, anche se non in diretta e solo attraverso gli highlights. L’Arabia Saudita l’ha capito e forse per questo sta spingendo così tanto per averlo, per portarcelo via. Grazie, di tutto Cris! Sei solo diverso, e quindi non sei secondo a nessuno.
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