Dopo due anni, arriva la verità sulla morte di Cristina Conforti, la donna travolta da un autobus a Cinisello Balsamo. L’autista era intento a utilizzare una chat a luci rosse.
Un episodio davvero assurdo quello accaduto a Cinisello Balsamo nel 2020: una donna venne travolta da un bus di linea, mentre attraversava sulle strisce pedonali.
Si tratta di Cristina Conforti, 53 anni, che ha perso la vita in quell’incidente. Ora dopo un anno e mezzo arriva il rinvio a giudizio per l’autista del bus che, a quanto pare dalle indagini, era intento in una pratica non proprio lecita durante la guida.
L’11 dicembre 2020 la 53enne Cristina Conforti perse la vita mentre camminava tranquilla, attraversando la strada a Cinisello Balsamo. Una tragedia che fino ad oggi non era chiara, ma ora la Procura di Monza ha reso pubblica la verità.
Dopo molte indagini intercorse in questo anno e mezzo, è venuto fuori che l’autista del bus incriminato non era attento alla strada ed è stato accusato di omicidio stradale.
Secondo quanto comunicato dal PM di Monza, Michela Versini, l’uomo era impegnato con il suo smartphone in una chat a luci rosse, dove stava organizzando degli incontri. Lo ha reso noto una perizia fatta proprio sul suo telefono.
Le ricostruzioni degli inquirenti, infatti, hanno portato alla luce il fatto che, mentre Cristina attraversava la strada, l’autista stava chattando da più di mezz’ora con persone a cui aveva chiesto prestazioni sessuali, scambiandosi anche foto e video.
Cristina Conforti, impiegata presso il Comune di Bresso, stava tornando a casa dal lavoro quando si è ritrovata ad attraversare la strada. All’improvviso, è stata travolta e uccisa dal bus 727 Cormano-Cusano, morta sul colpo.
La donna si è vista piombare addosso il mezzo e, purtroppo, per lei non c’è stato nulla da fare, nonostante siano accorsi i soccorsi poco dopo l’incidente. All’epoca, l’autista aveva dichiarato che non ricordava nulla di quanto successo, a causa del forte shock che aveva avuto.
Purtroppo, l’hard disk che avrebbe dovuto salvare le riprese delle telecamere in strada non è risultato funzionante, per cui non c’era nessun fotogramma dell’incidente ad aiutare le indagini.
Ora, però, la verità è saltata fuori e l’uomo è stato rinviato a giudizio dalla Procura di Monza. Una magra consolazione per la famiglia della vittima, che comunque non potrà mai più rivedere la povera Cristina.
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