L’associazione Gimbe lancia l’allarme in merito alle poche vaccinazioni anti-Covid: secondo i dati, solo un fragile su tre ha 4 dosi.
Ci sono meno positivi e in ricoveri sono in crollo, così come i decessi, questo ha portato le persone ad avere meno paura e così la copertura vaccinale è molto bassa, per lo meno quella completa. Questo emerge dal quadro dell’ultima settimana effettuato da Gimbe in Italia.
Il Covid non è più il mostro di un tempo, per lo meno questa è la percezione dal momento che gli ultimi dati parlano di meno contagi e meno decessi, con terapie intensive e normali che non sono più affollate come un tempo.
Questo inevitabilmente ha portato le persone ad avere meno paura ma il timore degli esperti è che si verifichi di nuovo un’ondata di contagi, anche in vista dei mesi caldi in cui è difficile mantenere il distanziamento, indossare le mascherine e soprattutto, completare il ciclo vaccinale perché non sembra ci sia questa urgenza.
Secondo l’analisi effettuata settimanalmente da Gimbe, associazione di informazione scientifica senza scopo di lucro, i vaccini sono in crollo e addirittura solo un terzo delle persone fragili ha la quarta dose.
La copertura resta su percentuali molto basse e coloro che ne avrebbero più bisogno non ce l’hanno, parliamo dei pazienti delle Rsa, di coloro che hanno problemi dal punto di vista del sistema immunitario, gli over 80 e anche gli operatori sanitari.
Il rapporto di Gimbe diffuso oggi prende in considerazione l’ultima settimana e in realtà ha registrato anche diversi dati positivi, infatti i contagi sono fortemente calati, così come i ricoveri e i decessi in quasi tutte le regioni. Ci sono alcune regioni che purtroppo sono esonerate dalla diminuzione di nuovi positivi, si tratta di Lombardia, Trento, Piemonte e Veneto, dove i casi sono in aumento.
Unica nota dolente sono appunto le vaccinazioni che rimangono comunque molto importanti perché proteggono le persone fragili e più a rischio come gli anziani, dai sintomi più gravi del virus.
La percentuale di coloro che hanno la quarta dose è del 32%, per la quinta è del 36%, ugualmente in calo rispetto alle settimane precedenti.
Negli ultimi anni invece quasi tutti hanno aderito a iniziare il ciclo vaccinale dopo gli iniziali dubbi, infatti mancano all’appello ‘solo’ 8 milioni di persone che ancora non hanno la prima dose. La maggior parte di loro sono cittadini della Provincia Autonoma di Trento mentre la regione più coperta in questo senso è la Puglia.
C’è abbastanza copertura anche per la terza dose e al primo posto in questo senso abbiamo il Piemonte. Si verifica poi un calo drastico se parliamo di quarta dose e questo è un grande problema perché si tratta di coperture aggiuntive molto importanti e indicate a una platea di persone in particolare.
Stessa cosa per la quinta dose, la cui somministrazione è partita negli ultimi mesi del 2022 e finora ha raggiunto solo 500mila persone.
C’è da dire che sebbene Gimbe abbia sottolineato che i positivi, quasi ovunque in Italia, siano in calo, questo fattore è legato anche al fatto che sono diminuiti i tamponi, sia antigenici che molecolari quindi si tratta di dati comunque incompleti.
Meno ricoveri e meno decessi non significa che bisogna allentare la guardia, gli esperti infatti tornano a consigliare la somministrazione degli ultimi richiami, ovvero la quarta e quinta dose. Se c’erano forti dubbi sulla quarta, la quinta spesso non viene presa proprio in considerazione e questo può essere un fatale errore soprattutto se guardiamo ai soggetti fragili.
Possiamo considerarla una terza dose di richiamo e sulla base dell’attuale contesto epidemiologico, il Ministero della Salute la raccomanda per alcune categorie come anziani, over 80 e persone con patologia preesistenti. Anche ISS e AIFA la consigliano come consolidamento della protezione e nel rispetto del principio di massima precauzione contro il Covid.
La quinta dose è aggiornata per le ultime varianti e per chiarire alcuni dubbi, può essere effettuata in concomitanza con il vaccino antinfluenzale, mentre si devono aspettare almeno 4 settimane da quello contro il vaiolo delle scimmie. Dal precedente richiamo contro il Covid devono passare invece almeno 120 giorni.
Per ogni ulteriore dubbio si possono consultare le Faq all’interno del sito del Ministero della Salute. È importante essere informati sull’argomento per agire con responsabilità e non con il pregiudizio o con il sentito dire.
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