Quattro i corpi recuperati fino a questo momento dal crollo del cantiere a Firenze, avvenuto lo scorso 16 febbraio. Dopo l’apertura dell’inchiesta per omicidio plurimo colposo della procura di Firenze, continuano senza sosta le ricerche per l’ultimo disperso. Intanto dalle indagini è risultato che due delle vittime erano state assunte a nero.
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato l’arrivo di un pacchetto di norme ad hoc; specificando, poi, che per conoscere precisamente le dinamiche dell’incidente e la conseguente attribuzione delle responsabilità è necessario approfondire le indagini.
Continuano senza sosta le indagini e le ricerche per l’ultima vittima del terribile incidente avvenuto in un cantiere di un supermercato Esselunga a Firenze. A quanto pare – durante la costruzione – una trave di cemento di 20 metri si è spezzata, colpendo in pieno alcuni operai.
“Non abbiamo mai interrotto neanche durante la notte le operazioni di soccorso. Speriamo di arrivare all’obiettivo”.
Afferma Luca Cari, dirigente dei vigili del fuoco e responsabile della comunicazione di emergenza, specificando che le operazioni non sono di semplice attuazione a causa del fatto che gli operatori sono costretti a camminare sul grande blocco di cemento crollato, il quale, in determinati punti è ancora semi fresco.
Quattro le salme recuperate fino a questo momento, un disperso e tre feriti. L’uomo che manca all’appello è Bouzekri Rachimi, marocchino di 56 anni.
Intanto, dalle indagini è emerso che due delle quattro vittime erano stati assunti a nero. Questo ha portato la procura ad aggiungere nuove ipotesi di reato all’interno dell’inchiesta aperta per omicidio colposo. A tal proposito la ministra Calderone ha annunciato l’arrivo di un pacchetto di norme in Consiglio dei Ministri.
“In questo momento è ancora presto per definire quella che è la dinamica dell’incidente e le responsabilità – spiega la ministra – Dobbiamo stringerci alle famiglie dei morti e dei feriti perché credo che questa sia la cosa principale”.
Il cantiere è stato posto sotto sequestro, inoltre è stato introdotto il divieto di sorvolo fino a 300 piedi di altezza, così da impedire l’intromissione di curiosi (anche attraverso l’utilizzo di droni) in un momento così delicato a livello giudiziario.
Va inoltre specificato che le ricerche richiedono un altissimo livello di precisione, essendo il cantiere particolarmente instabile, così come la rimozione dei materiali per cercare di giungere ad un risultato.
Durante la notte, inoltre, gli operatori si sono concentrati su uno specifico punto, nel quale – secondo alcuni calcoli – avrebbe potuto trovarsi il corpo dell’ultimo disperso. Purtroppo però le operazioni non hanno condotto ad alcun esito.
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