Dicembre è il momento in cui l’ISTAT condivide i report annuali sulla situazione socio-economica in Italia. Per quanto riguarda le nascite, il quadro che ci restituisce l’Istituto è piuttosto negativo: nel 2019 sono nati 420.084, 20 mila in meno rispetto al 2018 e più di 156 mila in meno rispetto al 2008. Un record al ribasso raggiunto per il settimo anno di fila.
Questi dati mostrano l’evoluzione di un paese che mette al mondo molti meno figli sia per questioni economiche che per scelta personale. Infatti, aumenta il numero di donne senza figli: prendendo in considerazione le nate nel 1950, 1960, 1969 e 1979, nel caso di quest’ultime, il 22% non ha figli, mentre nel 1950 erano l’11,1%.
In generale, scende il numero medio di figli per donna: 1,27, contro l’1,29 del 2018 e l’1,46 nel 2010. Sale anche l’età media delle partorienti: 32,1 anni contro i 32 dell’anno precedente. Nel 2008 era di 31,1.
A un forte calo dei matrimoni al quale abbiamo assistito negli ultimi 10 anni corrisponde un aumento dei bambini nati fuori del matrimonio: 279.744 nel 2019, nel 2018 erano stati 18 mila in più, nel 2008 184 mila in più.
Per quanto riguarda l’apporto degli immigrati alla questione natalità, si nota che calano i bambini nati nel 2019 da genitori entrambi italiani (327.724, nel 2008 erano stati 152mila in più), come scendono quelli nati da un genitore straniero o da entrambi. Infatti, nel primo caso, nel 2019 sono stati 92.360 (22% del totale delle nascite), -4200 rispetto al 2018, mentre nel caso di genitori entrambi stranieri, nel 2019 sono stati 62.918 (15% totale delle nascite), ovvero -2500 rispetto al 2018.
Se tra il 1976 e il 1995 c’è stato un blocco delle nascite che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna in media, a questo ha corrisposto un numero inferiore di donne in generale, che si traduce in meno figli a loro volta. Inoltre, le migrazioni di inizio millennio stanno esaurendo la loro “forza riproduttiva”: sempre meno donne tra i 15 e i 49 anni fanno figli di qualunque estrazione o origine.
Sempre più donne lavorano, sono istruite e hanno meno tempo da dedicare alla famiglia. Inoltre, aiuti insufficienti a supportare una pianificazione familiare spingono sempre più donne e uomini a rimandare la nascita di un figlio o a evitarla del tutto.
Anche il 2020, ovviamente, non sarà esente dal trend negativo. Stando ai primi dati provvisori, risulta che nel periodo gennaio-agosto, quindi gravidanze iniziate pre-pandemia, le nascite siano state 6.400 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Si stima che saranno almeno 10 mila in meno i neonati del 2020 e visti gli effetti del Covid, con conseguente forte crisi economica e sociale, anche il 2021 è destinato a vedere ancora meno bambini venire alla luce.
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