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Cumulo pensioni gratuito, scontro sul costo delle pratiche

Cumulo pensioni gratuito, scontro sul costo delle praticheCumulo pensioni gratuito, scontro sul costo delle pratiche

[didascalia fornitore=”ansa”]Tito Boeri, presidente dell’INPS [/didascalia]

La legge di bilancio 2016 ha introdotto dal 1° gennaio 2017 il cumulo gratuito per i professionisti – è la possibilità di unire in un’unica gestione previdenziale i contributi versati dalle diverse casse previdenziali senza spese per il professionista. Sono passati 15 mesi, ma il provvedimento finora è restato solo sulla carta e sta bloccando il pensionamento di circa 8-10.000 professionisti. Tutto questo arriva pochi giorni dopo un’altra notizia che riguarda un diverso tipo di cumulo pensionistico, ovvero il cumulo fra pensione di invalidità e pensione di vecchiaia sul quale la Corte di giustizia europea ha aperto uno spiraglio.

Il 20 febbraio il cumulo pensionistico gratuito per i professionisti sembrava cosa fatta, perché l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati (o Adepp, sono quelli che pagano le pensioni a 2 milioni di professionisti) e l’Inps avevano presentato in pompa magna la convenzione su questo tema. In realtà per arrivare alla fase operativa mancava ancora l’accordo su un punto: i costi di gestione della pratica, pari a circa 65,04 euro.
Secondo l’Inps dovrebbero essere divisi tra gli enti interessati, mentre per l’Adepp questo costo dovrebbe essere sostenuto dall’Inps, visto che lo Stato, per il cumulo gratuito, ha riconosciuto all’Inps un maggior finanziamento di 89 milioni di euro all’anno, e parte di questi soldi arrivano dalle tasse pagate dai professionisti.
Una situazione paradossale perché il costo complessivo di questa voce di costo non dovrebbe essere superiore ai 500.000 euro. Sulla questione si è espresso anche il ministero del Lavoro: ha risposto a un quesito dell’Inps chiarendo che la questione andava contrattata tra le parti in causa.
L’ultima puntata della telenovela è arrivata con l’invio da parte dell’Adepp della convenzione firmata via Pec. Secondo l’Inps però, la convenzione che avrebbero inviato le Casse sarebbe diversa dal testo concordato con l’Inps e quindi non sarebbe accettabile. E intanto alcuni professionisti hanno preparato un esposto alla Procura di Roma in cui si parla di omissione o ritardo negli atti d’ufficio. Se non ci saranno novità sono pronti a depositare questo atto.
Per ora continuano a non esserci soluzioni per le 8-10.000 persone che hanno presentato domanda di pensione in cumulo, e più passa il tempo più rischia di scoppiare un nuovo caso esodati, visto che si stima ci siano almeno 70.000 over 60 che hanno versato contributi a diverse casse previdenziali.

Roberto Bosio

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