Un sacerdote cinquantenne ha annunciato la decisione di lasciare l’abito talare direttamente dall’altare della chiesa in cui era tenuto a dire messa. Da padre spirituale a padre effettivo, effettivamente c’è una bella differenza, ma è proprio questo il caso, visto che il bimbo dovrebbe nascere a marzo, e i parrocchiani di San Dalmazzo Borgo, in provincia di Cuneo, dove don Claudio Cavallo ha dato il lieto annuncio, sembra l’abbiano presa bene. Domenica, alla fine del discorso del prete, tutti hanno applaudito le parole del sacerdote.
‘Sono qui per salutarvi e ringraziare il Signore per il tratto di strada che abbiamo percorso insieme‘ avrebbe detto il sacerdote secondo quanto riporta ‘La Stampa’.
Negli ultimi mesi, la notizia della paternità di Don Claudio Cavallo è seguita a quella simile di don Mario Marchino, che aveva, pure lui, annunciato il suo matrimonio direttamente in chiesa durante una funzione.
La notizia è stata data durante l’omelia nella parrocchia che fa parte del consiglio pastorale della diocesi di Cuneo. ‘Questa sarà la mia ultima messa‘, ha detto, lasciando la tonaca per cominciare la sua nuova vita da uomo ‘normale’. ‘Ho preso questa decisione dopo aver parato a lungo con i miei superiori. Mi piacerebbe continuare a mettere a disposizione le mie energie per la chiesa, se sarà possibile’ .
Le sue parole sono state accolte da lunghi applausi di solidarietà e commozione. Già designato il successore di don Claudio: sarà don Roberto Mondino.
Il Vescovo di Cuneo, monsignor Giuseppe Cavallotto, ha in seguito trasmesso la seguente nota di commento:
‘Oggi, 25 gennaio, al termine della Messa domenicale don Claudio Cavallo ha salutato la sua comunità parrocchiale, comunicando di lasciare il suo ministero sacerdotale. La decisione, maturata a lungo e concordata con il Vescovo, è stata una scelta sofferta, vissuta con sincerità e dettata da coerenza con il suo nuovo orientamento di vita. Siamo grati per il generoso servizio reso da don Claudio nella nostra Chiesa, in Camerun e in particolare nella parrocchia di San Dalmazzo. Se da una parte restano il dolore e l’amarezza del presbiterio diocesano e delle comunità che lo hanno conosciuto ed apprezzato, dall’altra Claudio continua ad essere figlio di questa Chiesa e nostro fratello che amiamo. Sono certo che la sorpresa suscitata dalla sua scelta si trasformerà in comprensione e preghiera‘.
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