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Oggi scopriamo alcune curiosità sulla National Gallery di Londra, un immenso museo dedicato alla pittura che vanta una collezione straordinaria di oltre 2300 opere. Le bellezze custodite dalla National Gallery saranno svelate al pubblico italiano nella sola giornata dell’11 marzo 2015, quando l’omonimo film sarà trasmesso in centinaia di cinema del Belpaese. Il film è stato realizzato da Frederick Wiseman, Leone d’Oro alla Carriera alla 71esima Mostra Cinematografica di Venezia e racconta, coltivando il gusto della lentezza e della contemplazione, i capolavori del museo britannico. Ma non solo, offre anche uno spaccato sulle attività di chi dentro al Museo ci lavora, dalla dirigenza allo staff tecnico. Il tutto per creare un affresco vivente di uno scrigno di tesori che è esso stesso un’opera d’arte.
La National Gallery di Londra si differenzia dagli altri musei del mondo sotto molti aspetti, uno su tutti, la scelta di esporre l’intera collezione, che spazia dal Medioevo all’inizio del XX secolo. Al suo interno sono custodite le opere pittoriche delle più importanti scuole dell’arte europea occidentale: da Botticelli a Leonardo, da Michelangelo a Caravaggio, da Rembrandt a Van Gogh. E molto altro ancora.
Al contrario di altri grandi musei internazionali, la National Gallery non ha come nucleo una collezione reale, bensì un dono. Un po’ di storia: tutto iniziò nel 1823: il paesaggista e collezionista d’arte, Sir George Beaumont, promise la sua collezione di dipinti al paese, tuttavia i primi quadri che entrarono alla National Gallery erano di proprietà di un banchiere e collezionista di nome John Julius Angerstein.
La Galleria aprì ufficialmente i battenti il 10 maggio del 1824, al n.100 di Pall Mall nella residenza privata di Angerstein, in attesa della costruzione di un edificio adibito a galleria. Aveva dimensioni così ridotte che venne ridicolizzata dalla stampa al confronto con altre gallerie d’arte nazionali come il Louvre di Parigi. Il primo dipinto nella collezione fu La Resurrezione di Lazzaro di Del Piombo.
Nonostante le critiche feroci, in sei mesi dall’apertura, la collezione iniziale, composta dei soli 38 quadri del banchiere John Julius Angerstein (acquistata per 60mila sterline), attirò 24mila visitatori, un numero incredibile per l’epoca.
L’approvazione per la costruzione del nuovo edificio arrivò finalmente, da parte del Parlamento, nel 1831: la nuova National Gallery sarebbe nata in Trafalgar Square, per la sua posizione strategica nel cuore di Londra, così che fosse facile visitarla sia da ovest che da est.
Il nuovo edificio venne inaugurato dalla Regina Vittoria nel 1838 e sin da subito non ebbe vita facile: critiche, trasformazioni ed ampliamenti, sino a mercoledì 23 agosto 1939, giorno in cui venne chiusa al pubblico, senza sapere se mai avrebbe potuto riaprire.
Nel corso della seconda guerra mondiale, l’intera collezione fu trasportata in una cava di pietra a Manod, nel Galles, e purtroppo, durante i bombardamenti del 1940 subì numerosi danni. Ma in assenza delle grandi opere, i visitatori continuarono a frequentare l’edificio in occasione dei concerti dell’ora di pranzo tenuti dalla famosa pianista Myra Hess.
Nei decenni successivi la National Gallery visse molte altre trasformazioni, rese possibili anche grazie a generose donazioni.
Oggi, a distanza di quasi due secoli dalla sua nascita, la Galleria ha una superficie totale di 46.396 metri quadri, che equivale a circa sei campi da calcio e che potenzialmente potrebbe contenere 2.000 doubledecker, i tradizionali autobus londinesi a due piani.
Ogni anno, a visitarla sono oltre 5 milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Il Dipartimento di Educazione, invece, ospita circa 80.000 bambini l’anno.
Numeri notevoli e ragione di soddisfazione per i fondatori, che sin dall’inizio, hanno fortemente voluto una galleria che fosse capace di educare all’arte, ispirare i giovani artisti e sopratutto fosse accessibile a tutti. Ancora oggi infatti la moderna National Gallery continua a rispettare i propositi originari mantenendo l’accesso rigorosamente gratuito.
I visitatori inoltre hanno l’opportunità di scegliere tra numerose attività, come mostre temporanee, seminari, conferenze, dibattiti e ingresso serale il venerdì.
La National Gallery è in costante evoluzione, cresce di pari passo all’acquisizione di nuove opere, ricrea spazi nuovi, pone l’attenzione su quei dipinti che maggiormente incontrano il gusto del momento, insomma mantiene il passo con la realtà circostante, senza mai rimanere indietro.
Inoltre, la Galleria si dedica da sempre alla ricerca con una tale costanza, che è divenuta un centro preminente per la ricerca sui dipinti europei dal XIII fino agli inizi del XX secolo.
La National Gallery ospita anche “artisti associati”. Dal 1989 un artista per volta ha la facoltà di accedere per un biennio a uno studio all’interno della National Gallery per creare opere ispirate alla collezione permanente. Al termine del biennio le opere prodotte vengono esposte all’interno del museo.
Grande attenzione è rivolta anche alla cura dei dipinti: il Dipartimento di Conservazione della Galleria lavora con curatori e scienziati per garantire alle generazioni future la possibilità di poter apprezzare la Collezione. Ciò implica una serie di interventi regolari, quali i controlli delle condizioni del dipinto, della luce, della temperatura e dell’umidità nella Galleria. In alcune situazioni, gli esperti realizzano anche grandi interventi di restauro della durata di mesi o addirittura anni.
Infine, grazie alla costante collaborazione accademica con équipe di restauratori, scienziati, curatori e archivisti, i cataloghi delle collezioni della Galleria sono riconosciuti a livello internazionale e costituiscono un modello per le pubblicazioni del settore. La National Gallery è stata riconosciuta come un’Organizzazione di Ricerca Indipendente dall’Arts and Humanities Research Council e dall’Engineering and Physical Sciences Research Council.
Per scoprire queste ed altre curiosità invitiamo alla visione del film di Frederick Wiseman “National Gallery”, al cinema l’11 marzo 2015.
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