[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Kate Joie / Unsplash.com[/didascalia]
L’Italia è il secondo Paese nel mondo e il primo in Europa per consumo di acqua in bottiglia: si parla di circa 14 miliardi di litri all’anno (dato aggiornato al 2016, a oggi è sensato pensare che il numero sia cresciuto). Le bottiglie in plastica, invece, sono “solo” 8 miliardi: e non si è considerato il consumo fuori casa. Scioccati? Io sì, e infatti ho smesso di acquistarla in favore di una borraccia in acciaio. Riutilizzabile –potenzialmente- all’infinito.
Stiamo lentamente (ma in realtà, neanche tanto) distruggendo il nostro pianeta: ne sono un esempio lo scioglimento progressivo dei ghiacciai e l’effetto serra. Ma anche la plastica in mare: gli oceani stanno soffocando a causa nostra, perché ormai per mantenere il nostro stile di vita abbiamo smesso di farci domande, di cercare alternative.
Di metterci in discussione.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/ambiente/2018/05/28/il-vero-costo-della-tua-maglietta-preferita-e-un-oceano-di-plastica-l-impatto-del-fast-fashion-sull-ambiente/211366/” testo=”La tua maglietta preferita è un oceano di plastica”]
Si tratta certamente anche di una questione culturale, ma da sempre conviviamo con l’idea che per consumare acqua “pulita” si debba evitare come la peste quella che esce dalle nostre tubature: la realtà, però, è ben diversa.
Quella che sgorga dai rubinetti di casa, è –ovviamente- potabile e soprattutto viene controllata, per legge, almeno 4 volte all’anno: cosa che non avviene per le acque in bottiglia, i cui produttori hanno l’obbligo di effettuare analisi una sola volta all’anno, per poi inviare un’autocertificazione al Ministero della Salute. A conti fatti, quindi, i timori di bere acqua sporca o contaminata da germi e batteri sono infondati: quella di casa è buona, in alcuni casi anche migliore di quella privatizzata.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2018/03/19/microparticelle-di-plastica-nelle-bottiglie-d-acqua-11-marchi-analizzati/203536/” testo=”Microparticelle di plastica nelle bottiglie d’acqua di 11 marchi”]
Usare una bottiglia di vetro in casa e una boraccia quando si è fuori sono gesti semplici che danno una mano a sprecare meno plastica: pensate solo a quanta ne consumate tra confezioni e bottiglie, e moltiplicate questo numero per tutta l’Italia. Non vi gira un po’ la testa?
[didascalia fornitore=”altro”]Foto Di Elizaveta Galitckaia / Shutterstock.com[/didascalia]
E se poi si volesse essere anche un po’ egoisti, beh, basterebbe pensare al risparmio: 1 litro di acqua del rubinetto costa mediamente 0,0015 centesimi. Un prezzo ben lontano da quello di supermercati e ristoratori per quella confezionata, non trovate?
Portarsi dietro la borraccia non è poi così drammatico: sì, ovviamente pesa più di una bottiglietta in leggerissima plastica, ma ha alcuni vantaggi. Oltre a quelli già elencati per ambiente ed economia domestica, consente di trasportare bevande calde e fredde e di mantenerle alla giusta temperatura per molte, molte ore (quasi un giorno, a dirla tutta).
Certo, magari quando la tirerete fuori a pranzo con i colleghi vi beccherete qualche battutina sul vostro essere braccine corte (true-story), ma volete mettere la soddisfazione di sapere che non state contribuendo all’inquinamento globale? Io non demordo: ogni goccia fa la differenza nel mare.
Quindi da domani basta acqua in bottiglia e via libera alla borraccia in acciaio: l’ambiente e le tasche ringrazieranno.
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