Da gennaio è previsto lo stop per le ricette dematerializzate introdotte a seguito della pandemia da Covid-19, ciò vuol dire un ritorno al passato con lunghe attese e affollamenti all’interno degli studi medici.
Il 31 dicembre 2022, scade ufficialmente la norma sulla ricetta digitale reintegrando automaticamente dal 01 gennaio 2023 la ricetta classica cartacea. Ciò porterà inevitabilmente i pazienti a doversi recare presso gli studi medici anche per una singola ricetta, affollando così i locali e creando lunghe attese. Il sindacato dei dottori chiede una proroga della norma per permettere ai medici di non essere caricati di ulteriore burocrazia per poter svolgere a pieno il loro lavoro.
A partire dal 01 gennaio 2023 è previsto il rintegro della ricetta classica cartacea, a cui noi tutti eravamo abituati prima del 2020.
La ricetta digitale è stata infatti introdotta durante la pandemia da Covid-19 per alleviare il carico di pazienti presenti all’interno degli studi medici, evitare affollamenti, evitare code infinite e soprattutto permettendo a chi ha necessità di farmaci in modo continuo di non recarsi di volta in volta allo studio per poter ottenere la ricetta.
La norma però che prevedeva la possibilità di utilizzare la ricetta dematerializzata è in scadenza al 31 dicembre 2022, e nessuno fino ad oggi ha parlato del suo possibile rinnovo. Il rinnovo, o meglio una proroga è invece fortemente richiesta dal sindacato dei dottori che mette in evidenza le difficoltà che nascerebbero dal mancato rinnovo.
Si tornerebbe al passato con lunghe attese negli studi medici, file interminabili, affollamenti, e poco tempo per i medici di poter visitare i pazienti che ne hanno bisogno.
La richiesta è stata avanzata direttamente al Ministro della Salute attuale Orazio Schillaci chiedendo che la norma possa essere prorogata almeno per un anno, chiedendo anche un intervento sul suo utilizzo strutturale in modo da liberare i medici dai carichi burocratici.
Questo cambiamento permetterebbe ai medici di poter avere meno burocrazia da seguire e più tempo per le visite ai pazienti, a beneficiarne saranno soprattutto i pazienti che non affolleranno più gli studi medici e potranno utilizzare questo comodo strumento in via del tutto naturale.
La segretaria Generale del Sindacato Medici Italiani, Pina Onotri ha parlato apertamente di questo strumento che già prima della pandemia era stato introdotto in Italia ma non era mai stato realmente utilizzato a pieno, perché poco conosciuto e poco utilizzato.
Solo con il Covid-19 e la norma sulle ricette dematerializzate si è utilizzato lo strumento a pieno ritmo potendone percepire i reali benefici. Studi meno affollati, più tempo per i pazienti, meno burocrazia per i medici, più benefici per le persone fragili, gli anziani e per chi segue cure continue e ha continuamente bisogno di ricette per i farmaci.
La norma è stata sicuramente un bene in Italia soprattutto visto che attualmente mancano già molti medici di famiglia, e quelli che ci sono spesso sono carichi di pazienti, rimane perciò difficile pensare a come riportare indietro la situazione, con la ricetta cartacea, possa davvero rappresentare un beneficio.
A commentare la possibilità di una proroga è intervenuta anche Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva portando all’attenzione anche i benefici che traggono dalla norma le persone con gravi disabilità o le persone anziane, ma anche le persone in condizioni disagiate che per potersi recare dal medico ogni volta hanno bisogno di un aiuto esterno.
Con la ricetta digitalizzata, e con la sanità digitale, possono agire in completa autonomia senza dover necessariamente recarsi allo studio medico.
Si aspettano perciò risposte dal Ministro della Sanità Schillaci e sull’intenzione di poter mantenere attivo un sistema che in questi due anni ha semplificato di molto il lavoro degli studi medici ma anche la vita dei pazienti.
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