Nicky Haiden lotta tra la vita e la morte dopo essere stato investito mentre era in bicicletta. Non sono pochi gli sportivi e gli ex sportivi che, nella storia, sono morti o sono rimasti gravemente feriti per fatti che poco o niente avevano a che fare con la loro professione. Il caso più recente è sicuramente quello di Michael Schumacher, gravemente ferito mentre praticava sci e tuttora in condizioni gravi. Ma facciamo una carrellata tra personaggi più o meno conosciuti. Tra chi ha fatto la storia e chi è tuttora negli annali più per la sfortuna che per i trionfi.
Michael Schumacher
Michael Schumacher è stato un campione di Formula Uno, capace di vincere il titolo mondiale ben sette volte, due con la Benetton e cinque con la Ferrari. Ritiratosi definitivamente dal circus delle quattro ruote nel 2012, il 29 dicembre del 2013 è rimasto gravemente ferito in un incidente sugli sci, a seguito del quale è rimasto in coma farmacologico per diversi mesi. Dall’incidente in poi non è più apparso in pubblico.
Quel maledetto 29 dicembre del 2013, Schumi stava scendendo sugli sci in un fuori pista tra Chamois e La Bichesulle, a Méribel, in Savoia. A un certo punto, cadde battendo violentemente la testa contro una roccia, urto reso ancora più grave dalla presenza di una videocamera sul casco, perforato dall’asta di supporto della camera che andò a sbattere sul cranio dell’ex pilota. La riabilitazione post incidente e post intervento chirurgico avviene a casa sua, in Svizzera. Non si sa esattamente quali siano le sue condizioni attualmente perché la famiglia mantiene uno stretto riserbo.
Didier Joseph-Louis Pironi
Anche Pironi è stato pilota di Formula Uno, amante pure del mare però. Ritiratosi dalla F1 a causa di un grave incidente subito nelle qualifiche del Gran Premio di Germania del 1982, è morto durante una gara di motonautica offshore. E’ stato pure pilota della Ferrari e, proprio nel 1982, l’incidente in Germania compromise le sue possibilità di lottare per il titolo mondiale (terminerà comunque secondo nella classifica piloti finale).
Dopo la F1, è il momento della motonautica. Pironi vince pure delle gare, ma il 23 agosto del 1987 trova la morte – insieme a due componenti del suo equipaggio, in un incidente durante la gara ‘Needles Trophy Race’, al largo delle coste dell’isola di Wight. La barca del francese, che stava tentando di recuperare terreno sul primo, si ribalta alla velocità di 170 chilometri orari, nella scia della petroliera ‘Esso Avon’. Così, a soli 35 anni, Didier Pironi ci lascia.
Gaetano Scirea
Gaetano Scirea è stato un calciatore, libero di professione, che con la Juventus e la Nazionale italiana ha vinto tutto, compreso il Mondiale del 1982 in Spagna. Considerato correttissimo, Scirea è stato il primo giocatore a vincere tutte le competizioni europee. Capitano della Juve, dopo essersi ritirato dal calcio giocato, diventa allenatore in seconda della sua Juventus, collaboratore di Dino Zoff. Si prese il ruolo di osservatore per conto dell’ex portiere, ma il destino per lui e la sua famiglia aveva in serbo un triste epilogo in Polonia.
Andato a visionare il Gornik Zabrze, che sarebbe stato avversario dei bianconeri in Coppa Uefa, fece un incidente stradale in auto e morì il 3 settembre del 1989: la macchina fu tamponata da un furgone, si ribaltò e prese fuoco a causa di quattro taniche di benzina che erano presenti nel bagagliaio. Alla fine di quella stagione, Zoff e la squadra gli dedicheranno la vittoria della Coppa Italia.
Denis Bergamini
Denis Bergamini è stato calciatore. E’ morto il 18 novembre del 1989 mentre vestiva la maglia del Cosenza. Tanti i dubbi sulle cause del decesso. Il suo corpo fu infatti investito da un camion sulla statale 106, ma si scoprì che il ragazzo era già morto al momento dell’incidente. La fidanzata di Denis, Isabella Internò, ha ricevuto un avviso di garanzia in quanto sospettata di omicidio.
Nel 2001, l’ex calciatore di Roma e Milan Carlo Petrini ha cercato di far luce sulla misteriosa morte di Bergamini nel libro ‘Il calciatore suicidato’. La Curva Sud dello stadio di Cosenza è a lui intitolata. Le indagini sulla morte dell’ex calciatore sono state ufficialmente riaperte nel 2011 ed è arrivato, appunto, l’avviso di garanzia per la fidanzata dell’epoca. Nel maggio del 2017, l’inchiesta è stata aperta per la seconda volta.
Agostino Di Bartolomei
Ancora il calcio protagonista in negativo. Agostino Di Bartolomei, centrocampista o libero della Roma campione d’Italia nel 1982/83, è morto suicida il 30 maggio del 1994. Fu ritrovato, quella mattina, a San Marco, frazione di Castellabate, dove viveva: si era sparato al petto con la sua pistola. A dieci anni dalla finale della Coppa Campioni persa dalla sua Roma contro il Liverpool all’Olimpico: occasione, quella, che lo aveva visto indossare la fascia di capitano.
Tra le cause della morte, si è parlato di un prestito che gli era stato appena rifiutato. Ma successivamente fu ritrovato un biglietto in cui il calciatore spiegava il suo gesto, da ricollegarsi alle porte del calcio che ormai lo aveva escluso: “Mi sento chiuso in un buco”.
Gianluca Pessotto
Ex giocatore della Juventus, Gianluca Pessotto ha tentato il suicidio dopo aver appeso le scarpe al chiodo ed essere diventato dirigente dei bianconeri. Nell’estate del 2006, a poche ore dall’esordio al Mondiale dell’Italia di Marcello Lippi (che vincerà quell’edizione), Pessottino si lancia dal tetto della sede sociale della Juve, a Torino. Era la mattina del 27 giugno. Tra le mani aveva un rosario. Il 17 luglio seguente è stato dichiarato fuori pericolo dai medici dell’ospedale ‘Molinette’ di Torino. Il 5 settembre ha lasciato l’ospedale per la riabilitazione alla Clinica ‘Fornaca’ di Sessant.
Attualmente, Pessotto è team manager della formazione Primavera della Juventus. Non è chiaro perché abbia tentato il suicidio: c’è chi parla di problemi familiari piuttosto gravi.
Luis Ocana
Luis Ocana è stato ciclista, molto famoso negli anni ’70. Ha vinto 110 corse prima di uccidersi, nel 1994, con un colpo di pistola in testa probabilmente a causa della depressione. Ritiratosi dalla gare nel 1977, l’anno successivo subì un grave incidente automobilistico mentre era al seguito di una corsa come commentatore per la Tv, perdendo l’uso dell’occhio sinistro. Probabilmente anche a causa delle cattive condizioni di salute, sofferente di frequenti stati depressivi, nel 1994 ha deciso di togliersi la vita. E’ stato tra i pochi a cercare di contrastare lo strapotere di Merckx, ha chiesto e ottenuto che le sue ceneri venissero disperse sui Pirenei, tra Francia e Spagna, le due nazioni in cui aveva vissuto e ottenuto i maggiori successi sportivi.
Marco Pantani
Fantastico sulle salite, capace di aggiudicarsi lo stesso anno Tour de France e Giro d’Italia, Marco Pantani ci ha lasciati il 14 febbraio del 2004 a Rimini. A oggi, rimangono ancora misteri sulla causa del decesso. Fu trovato senza vita nella camera del residence ‘Le Rose’. L’autopsia ha rivelato edema polmonare e cerebrale, conseguenze di un’overdose di cocaina. Più di qualcuno ipotizza però che non sia stato un suicidio o tentativo di suicidio.
Pantani, dopo le tante vittorie in bicicletta e quando era ancora il numero uno, fu escluso dal Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, nel 1999, mentre si apprestava a vincere per la seconda volta la corsa a tappe. Valori di ematocrito troppo alti, squalifica. Anche su questa situazione, però, ci sono tanti lati oscuri. Fatto sta che, nonostante sia poi tornato a correre, Pantani non è più riuscito a diventare numero uno. Ed è entrato in depressione.
Stanley Michael Bailey Hailwood
Pilota di moto e di auto britannico, era soprannominato ‘Mike The Bike’. Morì nel 1981, a causa di un incidente automobilistico che coinvolse la sua vettura e un camion che aveva appena fatto inversione a U. Nell’incidente perse la vita anche la figlia Michelle che viaggiava con lui; il figlio David sopravvisse alle ferite. Stanley ha al suo attivo ben 76 vittorie al Motomondiale, 9 successi mondiali (4 nella classe 500 cc, 2 nella 350 cc e e nella classe 250 cc).
Old Christians Club
Squadra di rugby di Montevideo, sulla vicenda è stato fatto anche un film. A ottobre del 1972, infatti, l’aereo che aveva bordo l’intero club, precipitò sulle Ande. Non tutti morirono nell’impatto, ci furono sopravvissuti. Che, per sopravvivere, decisero di cibarsi della carne dei passeggeri morti. ‘I sopravvissuti sulle Ande’, così si chiama la trasposizione cinematografica di una delle vicende più sorprendenti di sempre.
Non possiamo non ricordare, naturalmente, parlando di disastri aerei, la fine del Grande Torino contro la Basilica di Superga, la sciagura aerea che ha colpito il Manchester United e, più recentemente, i brasiliani della Chapecoense.
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