Con l’avvento del governo di Giorgia Meloni, all’attenzione degli italiani è tornata una parola che, in questi anni di pandemia prima e conflitto in Ucraina, era quasi del tutto scomparsa dalla nostra agenda setting: immigrazione. Il braccio di ferro su chi debba accogliere i 985 migranti salvati dalle Ong tra Italia, Germania e Francia, e gli altri Paesi europei però, rischia di essere fuorviante rispetto a una situazione, quella di casa nostra, in cui dal giorno dell’insediamento dell’esecutivo sono già arrivati più di 9mila migranti.
Ovvero circa tre volte in più rispetto allo stesso periodo del 2021 e anche del 2020. Certo, si può dire che la situazione rispetto all’anno scorso e a due anni fa è cambiata di parecchio, ma anche se si confrontano i dati, dell’Easo, ovvero l’agenzia europea dell’asilo, le richieste di asilo, appunto, pervenute in Italia nel 2021 sono poco meno di un quarto rispetto a quelle che, invece, sono arrivate in Germania, che è lo Stato che accoglie più migranti in Europa.
Conoscere la storia personale di ciascuno delle centinaia di migliaia di persone che, ogni anno, si affidano a viaggi della speranza per arrivare in Europa in cerca di un futuro migliore è quasi impossibile. Ma che sia per disperazione, che sia per fuggire, appunto, a delle situazioni invivibili nella loro terra, quantomeno dovrebbe essere necessario un po’ di tatto nello sbrigare la questione.
Eppure no, perché quei migranti, che si suddividono in tante categorie, sono tornati a essere il demone da cacciare, da affidare a qualcun altro, come se a non trovarceli per strada in Italia si risolvesse il problema alla radice, o meglio: si trovasse una panacea a tutti i mali che, invece, affliggono il nostro Paese.
Al di là, però, dei giudizi nel merito, ci sono dei dati inequivocabili che parlano di quanto il braccio di ferro che stanno ingaggiando dal governo di Giorgia Meloni con gli altri Stati dell’Unione europea, in primis la Germania, sia solo uno specchietto per allodole.
Da dieci giorni, 985 migranti sono bloccati a largo del Mediterraneo, vicino alla Sicilia ma troppo lontano perché si considerino acque italiane, quindi territorio sotto il nostro controllo. Cinquecentosettantadue sono stipati sulla Geo Barents, la grande nave di Medici senza frontiere, gli altri sono divisi tra la Humanity 1 e la Ocean Viking, due imbarcazioni che fanno capo ad altre Ong.
Chi debba prenderseli in cura, ancora, non si sa (purtroppo). La Francia ha fatto sapere che è disposta ad accoglierne una parte, mentre il governo tedesco, così come quello della Norvegia hanno negato aiuto all’Italia. E quindi la mossa del neo ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, potrebbe essere quella di varare una legge con cui aggirare, in un certo senso, il Trattato di Dublino. I migranti che si trovano sulle navi delle Ong chiederanno asilo agli Stati di bandiera e saranno loro a farsene carico subito dopo che, da casa nostra, si è accordato l’approdo sul nostro territorio.
Una posizione che non piace assolutamente alla Germania che, tramite le parole del vicepresidente della Commissione Interni del Bundestag e responsabile immigrazione della Spd, Lars Castellucci, ha lanciato una sorta di ultimatum alla presidentessa del Consiglio: “Decida se vuole fare la premier o la provocatrice. Così rischia di perdere la solidarietà europea“, ha detto in un’intervista a Repubblica.
D’altronde, ha ricordato ancora il tedesco, l’Italia “non è neanche nella top ten dei Paesi con più profughi accolti, in rapporto al numero di abitanti. E ha un numero di richieste di asilo inferiore alla media. Per fare un paragone: un milione di rifugiati dall’Ucraina sono già in Germania“.
Non parole a caso, considerato il rapporto dell’Easo, l’agenzia europea d’asilo. Delle 648mila richieste presentate nel corso del 2021, 191mila sono arrivate a Berlino. A Roma, invece, ne sono pervenute “solo” 53mila, ovvero meno della Francia, che ne ha ricevuto 121mila e meno della Spagna, in cui ne sono state presentate 65mila. Neanche in termini di domande d’asilo per abitanti, l’Italia può considerarsi in una situazione così drammatica, perché Cipro, Malta e l’Austria sono messe molto peggio.
E poi c’è anche un altro dato, ed è registrato direttamente dal Cruscotto del Viminale. Dal giorno dell’insediamento dell’esecutivo del centrodestra, ovvero il giorno del passaggio di consegne tra Mario Draghi e Meloni, sabato 22 ottobre, fino a oggi (e non è neanche finito) nel nostro Paese sono arrivati la bellezza di 9635 migranti, più di tre volte di più rispetto allo stesso periodo sia nel 2021, sia nel 2020.
Certo, la situazione era molto diversa, direte voi, nei precedenti due anni in cui dovevamo fare i conti con la pandemia da Covid e tutte le restrizioni del caso, il punto è che anche nei primi giorni di ottobre i dati erano decisamente in linea con quelli registrati precedentemente. Dal primo giorno del mese al 21, sono arrivati 5945 migranti contro i 7549 degli ultimi dieci giorni, un aumento, in pratica, del 264% dalla cerimonia della campanella a Palazzo Chigi.
Si tratta di umanità, come ha detto lo stesso Matteo Salvini, accogliere le persone. Allora, perché i dati stridono così tanto con le parole di propaganda e con un braccio di ferro che nuoce solo a chi, in mare, ci potrebbe perdere davvero la vita? Una mano sulla coscienza sarebbe d’obbligo, per i bambini, per le donne incinte, per tutti quelli che vogliono un futuro migliore, e a cui noi vogliamo negarlo.
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