L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sarebbe preoccupata per il possibile impatto psicologico negativo che la chiusura prolungata delle scuole potrebbe avere su bambini e ragazzi. Oltre a questo, a spaventare per le possibili ripercussioni della dad, spiegano dall’agenzia Onu, sarebbe l’eventuale dispersione scolastica.
Durante la videoconferenza, che ha visto tra i partecipanti anche la ministra Lucia Azzolina, gli esperti dell’Onu hanno voluto sottolineare l’importanza del mantenimento della didattica in presenza.
Basandosi sugli ultimi dati a disposizione, l’Oms ha tenuto a chiarire che il contagio all’interno degli istituti scolastici è basso e che la trasmissione di Covid-19 tra gli studenti avviene soprattutto all’esterno delle aule. Riaffermando anche che la probabilità di contagio nei bambini è più bassa rispetto agli adulti.
Desta però non poche preoccupazioni, tra le aule del ministero dell’Istruzione, l’aumento dei contagi in età scolare. Proprio Azzolina, infatti, aveva sollecitato un confronto in merito alle misure intraprese dai diversi Paesi in ambiente scolastico.
I rappresentanti dell’Oms avrebbero anche espresso il proprio apprezzamento nei confronti delle misure intraprese dal nostro Governo.
“Come ministra sono convinta che dobbiamo fare ogni sforzo possibile per tenere le scuole aperte. È un nostro dovere garantire un’istruzione di qualità alle nostre studentesse e ai nostri studenti”, ha sottolineato la ministra Azzolina nel corso della videoconferenza. Ha poi aggiunto: “Quando le regole sono rispettate, le scuole sono fra i luoghi più sicuri per i nostri ragazzi”.
All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, il direttore regionale per l’Europa, Hans Kluge, e il direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra, il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, il Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza, Agostino Miozzo, il Presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani, e il Direttore dell’Inail, Sergio Iavicoli.
Intanto continuano gli appelli di School for Future, il movimento, affiancato dal Comitato Priorità alla scuola, sviluppatosi proprio per chiedere il rientro in aula di gli studenti italiani subito dopo la scadenza Dpcm che ha imposto la chiusura deli istituti.
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