Il Sudan sta attraversando un periodo di grande instabilità politica e sociale, con conflitti armati che si susseguono da anni e che hanno causato la morte di migliaia di persone e la fuga di molte altre. In questo contesto, una notizia positiva è giunta dal Sudan, dove il capo dei paramilitari, Mohamed Hamdan Dagalo, ha accettato una proposta di tregua di 24 ore per fini umanitari.
La proposta di tregua è stata avanzata dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana, che hanno chiesto alle parti in conflitto di rispettare una pausa umanitaria per consentire l’accesso alle zone colpite dal conflitto e l’assistenza alle persone in difficoltà. La risposta positiva di Dagalo è stata accolta con soddisfazione dalle organizzazioni umanitarie e dalla comunità internazionale.
Tuttavia, non bisogna sottovalutare la complessità della situazione. Il conflitto armato ha radici profonde e molte parti in causa. Inoltre, la situazione umanitaria è estremamente critica, con milioni di persone che hanno bisogno di assistenza alimentare, sanitaria e di altro tipo.
Per questo motivo, la tregua di 24 ore rappresenta solo un primo passo e non può essere considerata una soluzione definitiva al conflitto. Vediamo più da vicino cosa sta succedendo.
Mohamed Hamdan Dagalo, ha annunciato con un messaggio su Facebook di aver accettato una
“proposta di tregua di ventiquattro ore”
a fini umanitari nei combattimenti con l’esercito in Sudan. È stato perciò richiesto parti in conflitto di rispettare una pausa umanitaria per consentire l’accesso alle zone colpite dal conflitto e l’assistenza alle persone in difficoltà.
La decisione di Dagalo è stata presa sulla base dei contatti diretti con Antony Blinken, Segretario di Stato degli Stati Uniti, e degli sforzi dei Paesi fratelli e amici che hanno effettuato comunicazioni simili. Durante queste comunicazioni, si è chiesto un cessate il fuoco temporaneo al fine di aprire strade sicure per l’attraversamento dei civili e l’evacuazione dei feriti.
Nel messaggio si pò leggere:
“Le Forze di Supporto Rapido (Rsf) ribadiscono la loro approvazione di un armistizio di 24 ore per garantire il passaggio sicuro dei civili e l’evacuazione dei feriti”.
Il comunicato continua poi con un collegamento implicito a ciò che è stato annunicato ieri. Una tragedia si è infatti consumata e la spiega bene il capo delle Rsf che sscrive:
“purtroppo, le Forze armate sudanesi non hanno rispettato il cessate il fuoco, bombardando dall’alto aree densamente popolate e mettendo in pericolo le vite dei civili. Queste azioni sono una flagrante violazione dei fondamenti e dei principi del diritto internazionale e umanitario. Attendiamo ulteriori confronti con il Segretario di Stato americano su come affrontare al meglio queste violazioni”.
Ora però sembra che queste 24 ore tanto richieste siano state accolte e verranno rispettate. Ciò permetterà di accedere alle zone maggiormente colpite dal conflitto e assistere così le persone in difficoltà.
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