Il conflitto tra Russia e Ucraina non accenna a diminuire e, ora, dopo che gli eserciti ucraini e russi hanno rifornito le truppe, sembra che l’offensiva sia dietro l’angolo e che sia attesa dalle autorità internazionali, sia a livello aereo che per quanto riguarda le truppe sul campo di battaglia. Il cremlino ha dichiarato di aver abbattuto droni ucraini che sono arrivati a 100 km da Mosca e questo ha destato il malcontento di Putin che ha deciso di rafforzare la difesa del proprio paese.
Mentre l’Occidente ha deciso, quasi all’unanimità, di fornire nuovi aiuti militari e tecnologia piu’ avanzata a Kiev, ha anche rafforzato l’alleanza, già presente, con Zelensky che è, ora, ancora più potente e profonda. Putin si appresta, invece, a rafforzare come sopracitato il metodo difensivo per proteggere la Russia e si stringe sempre più agli storici alleati ovvero Cina e Bielorussia. Proprio in quest’ultima Nazione, oggi sia verificato un attacco dell’opposizione del leader Lukashenko, noto alleato di Putin, dove un gruppo di oppositori ha distrutto un aereo russo, che si trovava all’interno di un deposito militare. Lukashenko è uno storico alleato di Putin ed ha permesso a Mosca di utilizzare il suo suolo per attuare l’offensiva in Ucraina. Mentre centinaia di manifestanti filorussi hanno tentato di entrare al Parlamento in Moldavia si apprende, anche, che un drone ha colpito un impianto di gas nella regione di Mosca e secondo un funzionario russo i resti non mentono sulla provenienza Ucraina.
Il conflitto tra Russia e Ucraina prosegue e con lui anche le operazioni militari reciproche, che hanno visto oggi Kiev impegnarsi, stando alle notizie emerse dalle autorità russe in attacchi attuati mediante droni, che hanno raggiunto anche la regione di Mosca e sono stati intercettati circa 100 km dalla capitale.
A causa, probabilmente, degli attacchi ucraini l’aeroporto russo Pulkovo di San Pietroburgo ha temporaneamente sospeso i voli ma anche a causa di notizie, non confermate ufficialmente, ma condivise dai media che parlavano di un oggetto non identificato sui cieli russi. Il ministro della Difesa russo ha, poi, specificato che è stata eseguita un’esercitazione tra le difese aeree e le autorità dell’aviazione civile.
Uno dei droni ucraini sembra abbia impattato, secondo le informazioni riferite dall’agenzia di stampa Ria nella zona di Tuapse, su un obiettivo preciso ovvero un deposito di rifornimento e le autorità hanno dichiarato che i serbatoi di petrolio non sono stati colpiti e quindi non c’è stata nessuna fuoriuscita di prodotti petroliferi.
Sembra che siano stati sventati durante la notte altri due attacchi e la situazione militare invece sta diventando sempre più difficile intorno alla città Ucraina di Bakhmut e a riferirlo è stato direttamente il presidente Zelensky che ha è riferito nel suo discorso più recente che: “Il nemico distrugge costantemente tutto ciò che può essere utilizzato per proteggere le nostre posizioni per la fortificazione e la difesa”.
Il portavoce del Cremlino invece Peskov ha precisato che Mosca è aperta a negoziare per un piano di pace con Kiev precisando, però, che non è assolutamente disposta a scendere a compromessi. Ha sottolineato come già il fatto di aver avanzato il presupposto di nuove realtà territoriali non rientra in un reale intento di negoziazione e, tali condizioni, non sono neanche da prendere in considerazione.
Parlando poi delle alleanze che si stanno formando all’interno delle dinamiche che prendono forma dalla crisi in Ucraina, si evince che gli Stati Uniti si contrappongono duramente con Pechino e accusano la Cina di essersi chiaramente schierata dalla parte di Putin. Ned Price ha confermato che a suo avviso la Cina è tutt’altro che un onesto mediatore.
Mentre Zelensky ha ricevuto la visita del presidente Biden, a un anno dall’inizio del conflitto, susseguita poi da diverse visite statali, che hanno dimostrato al leader ucraino solidarietà e continuo appoggio nella resistenza contro le truppe russe.
Putin ha stretto ancor di più i rapporti con Xi Jinping e Lukashenko, cercando anche di approfondire i rapporti con la Repubblica islamica iraniana.
In questo momento la comunità internazionale è divisa, ovviamente, a metà e i rapporti internazionali stanno risentendo notevolmente delle dinamiche provenienti dalla guerra ucraina.
In quest’ultima parte della giornata, 28 Febbraio, due notizie prendono il sopravvento su tutto ciò che ruota intorno al conflitto tra Russia e Ucraina. La prima è sicuramente la recente notizia emersa dai media statali russi, dove si evince che il leader del Cremlino ha deciso di recedere ufficialmente e quindi di sospendere la partecipazione al patto New Start sulle armi nucleari.
Una questione della quale si è parlato molto, anche nei giorni scorsi, ma che sembrava essere, come affermato dalle stesse autorità di Mosca, soltanto una sospensione alla partecipazione nell’accordo, ma momentanea mentre la realtà ha mostrato una nota che rivela uno scenario completamente differente.
La nota riporta: “La Federazione Russa sospende il trattato tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti d’America sulle misure per ulteriore riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive firmato a Praga l’otto Aprile 2010.”
L’agenzia di stampa Tass ha riferito che il documento è stato condiviso oggi e la legge è entrata in vigore nel momento stesso in cui è stata pubblicata ufficialmente. Il presidente russo aveva già affermato, in occasione del primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina, che il nemico aveva intenzione di rivendicare gli impianti nucleari russi per infliggere una sconfitta strategica.
Questa scelta di Putin avrà sicuramente immediate ripercussioni da parte delle Nazioni occidentali e la preoccupazione di un ampliarsi della guerra aleggia nell’aria, così come la possibilità che vengano utilizzate armi di potenza superiore a quella utilizzata fino ad oggi.
Si apprende anche che oggi una protesta denominata SOR è stata attuata in Moldavia dove centinaia di filo russi si sono organizzati per recarsi a Chisinau per protestare contro l’attuale governo. Nelle scorse settimane, dopo la decisione della Presidente di comunicare ciò che le aveva detto il presidente ucraino Zelensky, ovvero che c’era l’eventualità che venisse attuato un colpo di Stato per rovesciare il governo moldavo, ha sollevato apprensione ma anche critiche ma, a quanto pare, non era del tutto infondato.
Questo anche perché l’intelligence moldava ha confermato che il colpo di Stato poteva essere incentivato da Mosca e una possibilità reale e, oggi, si apprende che la manifestazione filo russa, attuata da cittadini bielorusso contro il governo, si è protratta fino all’esterno del Parlamento.
La polizia moldava è stata costretta a scontrarsi con centinaia di manifestanti del partito filorusso Sor, che avevano intenzione di fare irruzione all’interno della sede del governo. Dopo gli scontri, nei quali sono state arrestate diverse persone da parte delle forze di polizia, il resto dei manifestanti si è recato all’esterno del municipio di Chisinau, capitale moldava.
Successivamente il governatore della regione di Orhei Turcanu si è rivolto ai sostenitori del partito Sor incitando le autorità ad aiutare la popolazione di fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. La protesta è stata organizzata dal Movimento del Popolo e proprio lo stesso partito è stato messo in discussione nei giorni scorsi in riferimento alla possibilità di un colpo di Stato.
Sono arrivate anche da parte delle autorità statunitensi parole riguardo alla decisione di Putin di sospendere il patto New Start sul nucleare. Il sottosegretario alla difesa usa Colin Kahl ha risposto oggi a un’audizione al Congresso a domande mirate proprio alla sospensione del patto da parte di Mosca.
Ha affermato: “Non hanno fondi, specialmente considerata la pressione imposta sull’esercito della guerra, le sanzioni, i controlli sulle esportazioni per ottenere dai titoli retorici ma non credo che questo annuncio abbia cambiato la situazione”.
Il funzionario del Pentagono ha poi concluso affermando: “È interessante che Putin abbia deciso di sospendere il trattato invece di lasciarlo, credo che questa sia una effettivamente un’indicazione che non c’è una vera pressione su di noi”.
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