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La questione vaccini in Italia, da giugno 2017 a questa parte, ovvero da quando è uscito il decreto legge Lorenzin, è diventata un terreno alquanto minato che infervora gli animi di vaccinisti e no-vax, a tutti i livelli. Ma onde evitare di entrare troppo nella parte legislativa e in quella delle polemiche, è bene capire perché la questione vaccini sta sfuggendo di mano. Un po’ a tutti.
Il decreto Lorenzin è stato approvato il 7 giugno 2017 ed è diventato legge il 31 luglio dello scorso anno, sull’ondata dell’allarme per la riduzione della copertura vaccinale e per il ritorno di malattie infettive sconfitte da anni, una su tutte il morbillo. Il decreto prevede quindi l’aumento delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 12 (poi ridotte a 10) per l’ammissione dei bambini da 0 a 6 anni all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia, anche private. Sono esonerati i bambini che hanno già contratto le malattie e che hanno problemi di salute, per cui i vaccini non possono essere somministrati, onde scongiurare gravi reazioni allergiche. Le vaccinazioni sono obbligatorie per i nati nel 2017 e hanno un calendario a sé per i nati dal 2001 al 2016.
Dalla scorsa estate, e quindi da quando è partito il fermento legislativo e le vaccinazioni sono diventate obbligatorie, sono infervorate le polemiche sui social e sulla stampa online e offline tra vaccinisti e i cosiddetti no-vax, un movimento transnazionale che non crede nei vaccini, ma anche i free vax, ovvero coloro che si battono per la libertà di scelta e per vaccini che siano fatti solo dopo accurate analisi. Ma mi chiedo che senso ha la libertà di scelta quando comunque non si è più capaci di prendersi le proprie responsabilità e di vaccinare i figli per il proprio bene, per il bene della comunità che frequenta e per il prossimo? Mia figlia è nata a gennaio 2015 e quando sono iniziate le polemiche aveva già fatto tutte le 12 vaccinazioni, anche quelle non obbligatorie. Anche il meningococco B, in Lombardia facoltativo e a pagamento, che ho deciso di farle somministrare perché -appunto- mi ero informata sulla pericolosità di alcuni ceppi della meningite, tra cui quello B. Questo non per vantarmi della mia scelta, ma per far presente ai più, in questo caso, come ci sia stata sempre la possibilità di decidere e di informarsi che però a un certo son venute meno, rischiando di toccare i livelli minimi di copertura vaccinale, il che avrebbe portato grandi problemi, come il riemergere di malattie già da tempo superate.
Di qualche giorno fa è la polemica nata sui social per la mamma no-vax Luana, che ha invitato amici e conoscenti con figli nella sua casa milanese per il Varicella Party: sua figlia infatti aveva contratto la varicella e con il contagio ad altri bambini avrebbero potuto ottenere la stessa immunità di gregge senza fare il vaccino. Inutile dire che alla bufera sui social e mediatica la mamma in questione abbia risposto dicendo che fosse una sorta di informazione che riteneva necessario dare, ma dichiarando poi alle Iene, di non credere nella sicurezza dei vaccini e rispondendo con fermezza che allattando al seno ha dato anticorpi sufficienti ai figli per prevenire la varicella, si capisce che la questione sta sfuggendo di mano. In che senso? Da una parte abbiamo infatti persone preoccupate più degli effetti causati dai vaccini e non da quello che può comportare il contrarre delle malattie importanti e talvolta letali, dall’altro abbiamo il vaccinologo Roberto Burioni e il direttore dell’Istituto Superiore della Sanità Walter Ricciardi, che criticano l’uscita sul mercato di Cicciobello Morbillino, l’ultimo giocattolo nato in casa Giochi Preziosi che -secondo loro- banalizza una malattia importante come il morbillo perché il bambolotto guarisce dalla malattia con delle banali salviette rinfrescanti.
Da un lato abbiamo una mamma no-vax che per quanto possa avere una sua idea sui vaccini arriva a sparare a zero sull’obbligatorietà vaccinale, sulla validità della comunità scientifica e sui dati dell’OMS, dall’altro abbiamo un’estremizzazione di allarmismo delle malattie che addirittura coinvolgono i giochi dei bambini. Si sta andando oltre il limite, sia da una parte che dall’altra. Per quanto finora sia stato possibile avere libertà di scelta e decidere se vaccinare o meno i propri figli, ora non è più così. E’ un dato di fatto. E chi siamo noi per giudicare l’operato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? Chi siamo noi per opporci a un decreto legge che ci viene imposto per il bene della comunità? Ma soprattutto perché mai dovremmo farlo? Se tuo figlio fa un incidente stradale e lotta tra la vita e la morte non penso che fermerai mai il medico che lo sta operando dicendo che non sei sicura che stia facendo bene il suo lavoro e mettendo in dubbio i suoi studi. Io credo che bisognerebbe quantomeno rimettersi nelle mani di chi ha più competenza di noi e abbia fatto studi più approfonditi in merito, non credete? Dall’altro lato mi sembra anche eccessivo criticare un’azienda di giocattoli e minacciarla per la messa in vendita sul mercato di un bambolotto con una malattia esantematica. Allora non dovrebbero vendere più pistole o bombe giocattolo perché i bambini da grandi faranno i rapinatori o gli attentatori? Oppure non dovrebbero più realizzare il kit del dottore per i bambini altrimenti tutti vorranno ammalarsi anche nella vita reale?
Insomma stiamo un po’ oltrepassando il limite, da una parte e dall’altra. Bisognerebbe appunto avere l’umiltà di credere in cose più grandi di noi, la scienza per dirne una. E anche che i giochi sono e resteranno tali anche con tutte le malattie del mondo. Esantematiche e non solo.
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