Si chiamava Micah Xavier Johnson il cecchino che ha ucciso 5 poliziotti a Dallas durante una manifestazione dei protesta contro la violenza sugli afroamericani da parte delle forze dell’ordine. Aveva venticinque anni, era incensurato ed era un ex riservista dell’esercito. E’ stato ucciso perché ritenuto l’unico killer responsabile del pluriomicidio.
Secondo fonti della polizia citate dal New York Times, l’uomo è stato considerato l’unico responsabile dell’assassinio dei cinque agenti e del ferimento di altre nove persone durante il corteo di protesta nato dopo l’ennesima uccisione di due afroamericani per mano delle forze dell’ordine.
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Micah Xavier Johnson era un ex riservista dell’esercito dal 2009 al 2015, lavorava come specialista carpentiere/muratore, ed era stato in Afghanistan dal novembre del 2013 al luglio del 2014, periodo in cui ha ottenuto numerose medaglie, soprattutto per la lotta contro il terrorismo.
Molti aspetti della sua vita rimangono ancora oscuri: non è infatti chiaro dove, e se lavorasse. Secondo l’Nbc, prestava servizio per la compagnia Touch of Kindness, (Tocco di gentilezza) che assiste adulti e bambini con disabilità mentali.
Alla base della strage però c’è stata probabilmente una voglia di rivalsa per tutti i morti afroamericani degli ultimi anni, caduti senza responsabilità, ovvero per mano di poliziotti bianchi dal grilletto facile (ultimi episodi in Minnesota e in Louisiana): “Voglio uccidere i bianchi, soprattutto i poliziotti bianchi“, avrebbe detto ai negoziatori mentre era asserragliato dentro un garage.
In casa sua, a Mesquite, un sobborgo di Dallas dove viveva con la madre, la polizia ha rinvenuto fucili, materiale per costruire bombe e giubbotti antiproiettile. Soprattutto, a far propendere gli inquirenti verso la pista dell’odio sono i suoi messaggi sul gruppo Facebook ‘Black Panthers Party Mississippi’.
“Perché così tanti bianchi, non tutti, si divertono a uccidere o a partecipare alla morte di esseri innocenti“, scrive Johnson, facendo riferimento a un video in cui si vedono persone ‘bianche’ che partecipano all’uccisione delle balene e confrontandolo con il trattamento subito dagli uomini di colore negli Stati Uniti.
“Amo Dio, non temo nessuno, rispetto per Black Lives Matter“, ha scritto ancora sul web, in riferimento diretto al movimento di difesa dei diritti degli afroamericani.
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C’è chi continua a dire che faceva parte delle Pantere nere, le Black Panthers nate negli anni ’60 contro la discriminazione degli afroamericani. Ma su questo aspetto, gli inquirenti sono stati chiari: per ora, l’omicida non risulta affiliato ad alcun gruppo, né tanto meno ad organizzazioni terroristiche.
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