Cinque agenti sono stati uccisi e altre nove persone sono rimaste ferite da colpi sparati da un killer a Dallas, durante una delle numerose manifestazioni che si sono tenute in diverse città degli Stati Uniti dopo che altri due afroamericani sono stati uccisi questa settimana dalla polizia. “Il nostro peggiore incubo si è verificato, è un momento devastante per la città di Dallas”, ha detto il sindaco di Dallas, Mike Rawlings, che ha confermato che l’uomo responsabile dell’uccisione di 5 agenti della polizia ha agito da solo. “Riteniamo che ora la città sia sicura, il sospetto è morto“, ha affermato Rawlings ai giornalisti in una conferenza stampa. Il governatore del Texas Greg Abbott ha puntualizzato che tuttavia è importante accertarsi del fatto che non ci fossero dei complici di Micah Johnson, il killer 25enne veterano dell’esercito che ha agito con freddezza e determinazione.
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Il presidente americano Barack Obama tornerà a Washington dall’Europa prima di quanto preventivato, ovvero nella notte di domenica, in seguito agli scontri avvenuti a Dallas. La Casa Bianca fa sapere che Obama salterà dunque la tappa prevista a Siviglia e che all’inizio della prossima settimana si recherà proprio a Dallas, per commemorare i cinque agenti della polizia sono stati uccisi da un uomo durante la manifestazione organizzata per protestare contro le uccisioni di afroamericani da parte della polizia.
(Il video di un passante che ha ripreso la sparatoria)
I fatti sono avvenuti nel corso delle manifestazioni contro l’ultima uccisione di due uomini afroamericani in Louisiana e Minnesota. Intorno alle 21 ora locale si sono uditi degli spari, la folla si è dispersa, ma i colpi erano mirati e destinati ai poliziotti, alcuni dei quali sono caduti a terra. “Volevano ferire o uccidere il più alto numero possibile di poliziotti” ha raccontato il capo della polizia. I colpi arrivavano dall’alto hanno spiegato testimoni e alcuni agenti, tra un cecchino e la polizia è iniziata una sparatoria sentitosi accerchiato il cecchino si è consegnato. Il sospetto, che ha continuato a sparare contro le forze dell’ordine durante i circa 45 minuti di negoziati, ha detto che “la fine si avvicina” e che molti altri poliziotti saranno feriti o uccisi. “Sembrava un’esecuzione” riferisce alla Cnn un testimone, Ismael Dejesus, che ha visto e filmato parte della scena dalla sua camera di albergo a Dallas: “Ho visto un uomo scendere da un Suv, in abbigliamento ‘tattico’, con un fucile Ar-15”, si è diretto “verso un agente che era a terra e gli ha sparato forse tre-quattro volte alla schiena. E’ stato orribile. Sembrava un attacco pianificato, l’uomo era preparato, sapeva dove stare, aveva molte munizioni”.
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Uno dei primi sospetti si era consegnato poco dopo che la polizia aveva pubblicato la sua foto sul proprio account Twitter. Si trattava di Mark Hughes, fratello di uno degli organizzatori della marcia di protesta Cory Hughes. Secondo quanto sostiene la Cbs, girava armato di fucile, ma non aveva sparato e qualche ora dopo essersi consegnato, è stato rilasciato.
In seguito alla sparatoria c’è stato uno scontro a fuoco in un garage di Dallas tra un sospetto, asserragliato dentro l’edificio, e la polizia: l’uomo avrebbe riferito che “ci sono bombe piazzate in città”. L’uomo è stato poi “neutralizzato”. L’Fbi e reparti di genieri stanno cercando gli ordigni ed è stato rinvenuto un pacco sospetto. Inizialmente i media hanno riferito che l’uomo all’interno del garage si sarebbe suicidato. Notizia smentita dal sindaco che ha confermato la morte dell’aggressore avvenuta però quando gli agenti hanno usato esplosivo nel tentativo di farlo uscire allo scoperto. ll sospettato è morto a causa dell’esplosione di un robot bomba mandato dalla polizia. Lo ha dichiarato il capo della polizia locale, David Brown. Altre opzioni, ha spiegato, “ci avrebbero esposto a un pericolo maggiore”. Ha spiegato che il robot è stato mandato dopo ore di negoziati, poi interrotti da uno scontro a fuoco.
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Il cecchino in questione, 25 anni, è stato identificato poi come Micah Xavier Johnson. “Gli investigatori sono riusciti a farlo parlare“, ha detto “di non essere legato ad alcun gruppo e di aver agito da solo“. Prima di morire l’uomo ha detto ai negoziatori della polizia “di essere molto arrabbiato per il trattamento riservato agli afroamericani, di essere arrabbiato con i bianchi e che voleva uccidere dei bianchi, soprattutto poliziotti“. Lo ha dichiarato il capo della polizia di Dallas, David Brown, in conferenza stampa.
Secondo le autorità i cecchini avrebbero agito in modo coordinato. Il capo della polizia locale David Brown ha spiegato che i tre sospetti non stanno collaborando con le autorità, sottolineando che non esiste la certezza che non ci siano altri dimostranti violenti ancora in libertà.
Sono stati identificati alcuni degli agenti morti nella sparatoria di Dallas. Il primo è Brent Thompson che aveva 43 anni e lavorava a Dallas dal 2009, il secondo è Patrick Zamarripa. Il fratello lo ha ricordato su Twitter scrivendo: “Sei un eroe”.
Brent Thompson
Patrick Zamarripa
L’ondata di proteste per la morte di Alton Sterling e Philando Castile si è diffusa in diverse città americane. A Chicago, i manifestanti hanno occupato un tratto della Dan Ryan Expressway, una delle arterie principali della città, per circa 10 minuti. A New York, diverse centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico a Times Square, nel cuore di Manhattan, cantando “Mani in alto, non sparare”. Più di una dozzina di arresti è stata eseguita, ha riferito il dipartimento di polizia di New York. “Tutte le persone imparziali dovrebbero essere preoccupate dal problema della frequenza con cui la polizia uccide gli afroamericani”, ha detto Obama da Varsavia, ”L’America può fare di meglio”. I neri uccisi dalla polizia sono il doppio dei bianchi in Usa, ha detto il presidente. ”Molti cittadini sentono che non sono trattati allo stesso modo per il colore della loro pelle”, ha aggiunto. “Le uccisioni degli afroamericani da parte della polizia ‘non sono una questione solo nera o ispanica, ma una questione americana“, ha detto Barack Obama commentando da Varsavia dove si trova per il suo ultimo vertice Nato. Resta anche il problema delle armi in America che da sempre accende il dibattito americano.
Anche i candidati alla Casa Bianca hanno commentato quanto accaduto. “L’orrenda sparatoria in stile esecuzione della scorsa notte contro 12 ufficiali della polizia di Dallas, cinque dei quali uccisi e sette feriti, è un attacco al nostro Paese. È un attacco coordinato e premeditato agli uomini e alle donne che ci tengono al sicuro”. Lo ha scritto su Facebook il candidato repubblicano presunto alle presidenziali americane, Donald Trump. “Dobbiamo ripristinare lo stato di diritto. Dobbiamo ripristinare la fiducia del nostro popolo sull’essere al sicuro nelle sue case e strade”, ha proseguito. “Le morti insensate e tragiche di due persone in Louisiana e Minnesota ci ricordano quanto di più va fatto”, per Trump. “La nostra nazione è diventata troppo divisa. Troppi americani si sentono come se avessero perso la speranza. Il crimine sta danneggiando troppi cittadini. Le tensioni razziali sono peggiorate, non migliorate. Questo non è il sogno americano che tutti volevamo per i nostri figli”, si legge ancora nella dichiarazione di Trump. “Questo è il momento, forse più che mai, per una leadership forte, amore e compassione. Andremo oltre queste tragedie”, ha concluso.
“Piango i poliziotti uffici mentre esercitava il loro sacro compito di proteggere manifestanti pacifici, per le loro famiglie e per tutti coloro che lavorano con loro. H”. Lo ha scritto su Twitter Hillary Clinton
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