Dare dell’omosessuale a qualcuno, sia esso tale o eterosessuale, non è da considerare un reato: a sostenerlo è la Corte di Cassazione.
‘Nel presente contesto storico è da escludere che il termine omosessuale abbia conservato un significato intrinsecamente offensivo come, forse, poteva ritenersi in un passato nemmeno tanto remoto’, sono queste le ragioni con cui la Corte di Cassazione ha depenalizzato l’utilizzo di un termine, considerato da molti ancora un’offesa.
Oggi, secondo la suprema Corte la parola è entrata nel linguaggio corrente, identifica l’orientamento sessuale di una persona, senza che abbia alcuna valenza negativa. Assume pertanto un significato neutro, innocuo, di certo non denigratorio, anche nel caso in cui venga rivolta a una persona eterosessuale.
Secondo i giudici, il termine ‘omosessuale’ non deve essere equiparabile ad altri ‘appellativi’, che invece mantengono un’accezione negativa, palesemente lesiva dell’identità dell’individuo.
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